Garante persone: a Monfalcone no parità di trattamento in due scuole
(ACON) Trieste, 17 lug - COM/RCM - Walter Citti, Garante
regionale dei diritti della persona con funzioni di garanzia per
le persone a rischio di discriminazione, interviene in merito
all'accordo di programma sottoscritto tra il Comune di Monfalcone
e gli istituti scolastici "Giacich" e "Randaccio" che fissa, per
le iscrizioni riferite all'anno scolastico 2018-2019, il tetto
del 45% di alunni stranieri in classe.
L'attuale formulazione dell'accordo - fa sapere Citti -
porterebbe all'esclusione dall'iscrizione alle scuole
dell'infanzia di una sessantina di bambini di origine straniera,
che conseguentemente dovrebbe fare riferimento a istituti di
Comuni limitrofi.
Sebbene sia opinione del Garante che la previsione di un tetto
percentuale massimo di alunni di origine straniera nelle classi
delle scuole per l'infanzia, astrattamente, possa rispondere a un
obiettivo legittimo di evitare classi con elevate concentrazioni
di alunni provenienti da un medesimo gruppo etnico-linguistico,
con possibili conseguenze di una maggiore difficoltà nel favorire
la trasmissione delle competenze linguistiche e l'integrazione
sociale (si veda, a tale proposito, anche la circolare n. 2 di
gennaio 2010 del ministero dell'Istruzione), tale quota dovrebbe
rispondere a criteri di proporzionalità e stretta necessità, per
evitare possibili e gravi effetti discriminatori.
Inoltre - rimarca Citti -, si deve avere cura di evitare la
diffusione di messaggi di esclusione sociale, con ricadute sul
principio di parità di trattamento e in conflitto con il diritto
inalienabile all'educazione e all'istruzione per tutti i bambini,
riconosciuto a livello internazionale. Principi di
proporzionalità e stretta necessità che, nel caso concreto, non
parrebbero soddisfatti, sia in quanto non appaiono chiari i
motivi per cui non sia stata accettata la creazione di due
sezioni aggiuntive, sia in quanto non ci sarebbe stata alla base
una progettazione concordata e condivisa a livello territoriale
con tutti gli attori coinvolti, comprese le famiglie e le loro
comunità.
Walter Citti aggiunge che la previsione, pure contenuta
nell'accordo di programma, di "istituire classi ponte in cui
inserire gli alunni stranieri e consentire la conoscenza di base
della lingua per poi poter frequentare la classe di competenza",
suscita ulteriori perplessità in quanto, così come indicata, non
corrisponderebbe a una effettiva azione positiva, volta a
compensare la situazione di svantaggio in cui si trovino i minori
con un'insufficiente livello di conoscenza iniziale della lingua
italiana, nel momento in cui tali classi venissero costituite e
svolte esclusivamente o prevalentemente in alternativa, e dunque
in sottrazione, all'orario scolastico previsto per gli altri
alunni e non in aggiunta al medesimo.
Anche per evitare processi di stigmatizzazione sociale nei
confronti della popolazione straniera in generale, il Garante
raccomanda che azioni positive siano rivolte a ogni alunno che
abbia obiettive necessità di rafforzare le proprie competenze
linguistiche, a prescindere dalla nazionalità.