M5S: Dal Zovo, abbattere un animale ferito, decida la Corte dei Conti
(ACON) Trieste, 25 lug - COM/RCM - "E' questo il risultato
ottenuto con l'inserimento di una norma nella legge di
assestamento di bilancio: nel caso in cui un animale riesca a
rialzarsi e a fuggire, i cacciatori dopo potranno circolare con
le automobili per 36 ore sulle piste forestali a vincolo
ambientale per cercare l'animale ferito e finirlo".
Il commento è di Ilaria Dal Zovo (M5S), all'indomani
dell'approvazione di tale norma.
"A Trieste, l'interruzione del servizio di soccorso alla fauna
selvatica ferita apre la strada a una delirante norma approvata
trasversalmente dalla parte filo-venatoria del Consiglio
regionale", ha dichiarato amareggiata la consigliera
pentastellata.
"Fino ad oggi - prosegue la Dal Zovo -, fortunatamente era
rimasto inapplicato quello che nel 2017 era stato inserito a suon
di emendamenti all'articolo 11 bis della legge regionale 6/2008,
ovvero che gli ungulati feriti in seguito a sinistri stradali,
qualora riportino lesioni tali da non poter essere riabilitati e
per motivazioni di pubblica sicurezza, possono essere abbattuti
sul posto da un cacciatore individuato dal direttore della
Riserva di caccia nella quale è avvenuto l'investimento.
"Il Consiglio regionale ha aggiunto, accanto ai soggetti già
autorizzati a circolare sui percorsi fuoristrada tutelati, i
mezzi a motore impegnati per le attività di recupero della fauna
selvatica ferita. L'articolo prevedeva già l'utilizzo, per la
ricerca, dei cani da sangue, in grado di seguire la traccia
dell'animale ferito.
"Così, mentre la legge nazionale sulla tutela della fauna
selvatica prevede che le Regioni emanino norme per il soccorso,
la detenzione temporanea e la successiva liberazione di fauna
selvatica in difficoltà, e una modifica del 2010 al codice della
strada sancisce pesantemente l'omissione di soccorso agli animali
introducendo l'obbligo, per l'investitore e per chi assiste
all'evento, di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad
assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che
abbiano subito il danno, il Friuli Venezia Giulia - conclude
sarcastica la capogruppo del M5S - risolve la cosa con un bel
colpo di schioppo.
"L'operatività della norma è evidentemente immediata, dato che la
proroga del servizio copre solo l'orario dalle 8.00 alle 20.00,
quando l'attività degli ungulati selvatici si svolge quasi
esclusivamente nelle ore crepuscolari e notturne, per poi cessare
alle prime luci dell'alba e di pari passo vanno gli incidenti.
"Oltre alle evidenti contrarietà di ordine etico e morale, i
dubbi sulla legalità e legittimità e potenziale pericolosità di
questa norma che vedremo attuata nei prossimi giorni sulle strade
sono tanti e variegati. A cominciare dalla sibillina possibilità
per il cacciatore di non attendere nemmeno l'arrivo del
veterinario per sparare sul posto all'animale 'in relazione a
circostanze di tempo e di luogo e per motivazioni di pubblica
sicurezza'.
"Rimane, poi, una questione che andrà analizzata dalla Corte dei
Conti e dalle Procure della repubblica: l'attività prevista dalla
legge regionale non può essere in nessun modo configurata come
atto di caccia, perché altrimenti il cacciatore che se ne
avvalesse andrebbe incontro a una molteplicità di sanzioni, anche
di carattere penale (distanze dalle strade e dall'abitato,
periodi e orari di caccia, obbligo di segnatura dell'uscita,
etc).
"La legislazione vigente, la Cassazione e la Corte costituzionale
hanno stabilito che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile
dello Stato e che l'unico modo in cui il cacciatore può
impossessarsene è attraverso il legittimo atto di caccia. Dunque
- chiede la Dal Zovo - come può l'amministrazione regionale
concedere al cacciatore il capo abbattuto, in violazione delle
norme sovraordinate sulla tutela della fauna selvatica?"