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M5S: Dal Zovo, abbattere un animale ferito, decida la Corte dei Conti

25.07.2018
16:11
(ACON) Trieste, 25 lug - COM/RCM - "E' questo il risultato ottenuto con l'inserimento di una norma nella legge di assestamento di bilancio: nel caso in cui un animale riesca a rialzarsi e a fuggire, i cacciatori dopo potranno circolare con le automobili per 36 ore sulle piste forestali a vincolo ambientale per cercare l'animale ferito e finirlo".

Il commento è di Ilaria Dal Zovo (M5S), all'indomani dell'approvazione di tale norma.

"A Trieste, l'interruzione del servizio di soccorso alla fauna selvatica ferita apre la strada a una delirante norma approvata trasversalmente dalla parte filo-venatoria del Consiglio regionale", ha dichiarato amareggiata la consigliera pentastellata.

"Fino ad oggi - prosegue la Dal Zovo -, fortunatamente era rimasto inapplicato quello che nel 2017 era stato inserito a suon di emendamenti all'articolo 11 bis della legge regionale 6/2008, ovvero che gli ungulati feriti in seguito a sinistri stradali, qualora riportino lesioni tali da non poter essere riabilitati e per motivazioni di pubblica sicurezza, possono essere abbattuti sul posto da un cacciatore individuato dal direttore della Riserva di caccia nella quale è avvenuto l'investimento.

"Il Consiglio regionale ha aggiunto, accanto ai soggetti già autorizzati a circolare sui percorsi fuoristrada tutelati, i mezzi a motore impegnati per le attività di recupero della fauna selvatica ferita. L'articolo prevedeva già l'utilizzo, per la ricerca, dei cani da sangue, in grado di seguire la traccia dell'animale ferito.

"Così, mentre la legge nazionale sulla tutela della fauna selvatica prevede che le Regioni emanino norme per il soccorso, la detenzione temporanea e la successiva liberazione di fauna selvatica in difficoltà, e una modifica del 2010 al codice della strada sancisce pesantemente l'omissione di soccorso agli animali introducendo l'obbligo, per l'investitore e per chi assiste all'evento, di fermarsi e di porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso agli animali che abbiano subito il danno, il Friuli Venezia Giulia - conclude sarcastica la capogruppo del M5S - risolve la cosa con un bel colpo di schioppo.

"L'operatività della norma è evidentemente immediata, dato che la proroga del servizio copre solo l'orario dalle 8.00 alle 20.00, quando l'attività degli ungulati selvatici si svolge quasi esclusivamente nelle ore crepuscolari e notturne, per poi cessare alle prime luci dell'alba e di pari passo vanno gli incidenti.

"Oltre alle evidenti contrarietà di ordine etico e morale, i dubbi sulla legalità e legittimità e potenziale pericolosità di questa norma che vedremo attuata nei prossimi giorni sulle strade sono tanti e variegati. A cominciare dalla sibillina possibilità per il cacciatore di non attendere nemmeno l'arrivo del veterinario per sparare sul posto all'animale 'in relazione a circostanze di tempo e di luogo e per motivazioni di pubblica sicurezza'.

"Rimane, poi, una questione che andrà analizzata dalla Corte dei Conti e dalle Procure della repubblica: l'attività prevista dalla legge regionale non può essere in nessun modo configurata come atto di caccia, perché altrimenti il cacciatore che se ne avvalesse andrebbe incontro a una molteplicità di sanzioni, anche di carattere penale (distanze dalle strade e dall'abitato, periodi e orari di caccia, obbligo di segnatura dell'uscita, etc).

"La legislazione vigente, la Cassazione e la Corte costituzionale hanno stabilito che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato e che l'unico modo in cui il cacciatore può impossessarsene è attraverso il legittimo atto di caccia. Dunque - chiede la Dal Zovo - come può l'amministrazione regionale concedere al cacciatore il capo abbattuto, in violazione delle norme sovraordinate sulla tutela della fauna selvatica?"



La capogruppo del M5S, Ilaria Dal Zovo (foto Lasorte)