Citt: Liguori, accolta proposta di contributi per malati oncologici
(ACON) Trieste, 26 lug - COM/MPB - Nella difficile sfida
quotidiana contro il cancro, i malati oncologici residenti in
Friuli Venezia Giulia (nel solo 2017 sono stati stimati 9.000
nuovi casi di cui 4.750 uomini e 4.250 donne) hanno un alleato in
più nella Pubblica amministrazione.
La consigliera regionale Simona Liguori dei Cittadini, unico
medico eletto in Consiglio regionale, ha presentato un ordine del
giorno, fatto proprio dalla Giunta, con il quale la Regione si è
impegnata valutare la possibilità di istituire una misura
contributiva per le spese riferite alle cure con l'obiettivo
primo e fondamentale di garantire comunque una migliore qualità
della vita.
L'ipotesi sulla quale la Giunta è chiamata a riflettere e a
trovare le coperture economiche necessarie, prevede che il
contributo sia assegnato a malati che versano in particolari
condizioni di disagio: trovarsi al di sotto della soglia ISEE di
6.000 euro; essere percettori di indennità di pensione di
invalidità, ma senza indennità di accompagnamento; non essere in
grado di svolgere un'attività lavorativa continuata e
continuativa, così come attestata dalla titolarità data dalla
pensione di invalidità; essere privi di supporti economici
familiari in quanto persone sole e/o con familiari non in grado
di sostenerle economicamente (ad esempio per la presenza di figli
minori non in età lavorativa e/o studenti o di familiari privi di
occupazione).
"Abbiamo proposto - ha spiegato Liguori - che le persone con
diagnosi di malattia oncologica che versano in queste particolari
situazioni di disagio possano contare su due tipi di contributo:
il primo, per il pagamento delle spese di viaggio tramite mezzi
pubblici e/o con mezzi propri nel caso debbano per comprovate
necessità terapeutiche effettuare le cure indicate (esami
diagnostici, chemioterapia, controlli) in un luogo diverso dalla
propria residenza. Tale contributo di tipo straordinario e/o
continuativo avrebbe la finalità di permettere la regolarità
delle cure terapeutiche; il secondo, una tantum, nel caso in cui
le terapie previste siano superiori alla durata di un anno, per
garantire il diritto alla casa e alla permanenza nella propria
abitazione (ad esempio il costo di tre mesi di affitto o di
mutuo)".