Patto: Moretuzzo, urge una società pubblica regionale per l'energia
(ACON) Trieste, 28 lug - COM/MPB - "Autonomia significa che le
risorse e i beni comuni, come acqua, energia e paesaggio, che
appartengono a tutti, devono essere gestiti a beneficio delle
comunità e dei territori nelle quali quelle risorse si trovano. A
partire da questo presupposto e alla luce dello stato di
sfruttamento dei piccoli bacini idrici montani, il Gruppo
consiliare del Patto per l'Autonomia rivendica una moratoria
sulla realizzazione di nuove centraline idroelettriche e
sottolinea l'urgenza di costituire una società pubblica regionale
per la produzione dell'energia elettrica.
Ne ha spiegato nel dettaglio le ragioni il consigliere regionale
del Patto per l'Autonomia Massimo Moretuzzo, anche a nome del
collega Giampaolo Bidoli, nel corso della conferenza stampa che
si è tenuta oggi, sabato 28 luglio, a Udine, nella sede della
Regione e alla quale hanno partecipato anche il presidente del
Consorzio Bim (Bacino imbrifero montano) Tagliamento, Domenico
Romano, e diversi rappresentanti di associazioni ambientaliste e
comitati territoriali impegnati da tempo nella difesa dei corsi
d'acqua regionali, tra cui Franceschino Barazzutti per i comitati
della Val del lago e Marco Lepre di Legambiente.
Stop, dunque, alla costruzione di nuove microcentraline nei
piccoli torrenti di montagna "dove il danno ambientale supera di
gran lunga i benefici che derivano dalla loro realizzazione - ha
spiegato il capogruppo del Patto per l'Autonomia in Consiglio
regionale Massimo Moretuzzo -. Una questione che riguarda tutta
l'area montana, dalle Prealpi occidentali alle Valli del
Natisone". Determinante sarà poi la costituzione di una società
pubblica energetica regionale che declini l'autonomia regionale
in ambito energetico e metta a disposizione risorse per lo
sviluppo sostenibile dei territori.
"La società potrà acquisire le concessioni che scadranno, nel
giro di un paio di anni, sull'asse Cellina Meduna. Dobbiamo far
sì che i profitti generati dalla produzione di energia rimangono
sul territorio e non finiscano per arricchire società
extraregionali".
In questa logica va valorizzato il modello di società cooperative
locali, come la Secab e la Società idroelettrica fornese, che
portano benefici alle comunità locali e rappresentano un esempio
di democrazia energetica".
"Un altro elemento che va tenuto in forte considerazione è quello
che riguarda i termini imposti ai derivatori sul Minimo Deflusso
Vitale - aggiunge Domenico Romano del BIM -. La Regione deve
definire le modalità e i controlli sulle quantità di acqua che i
produttori devono garantire ai torrenti montani. Oggi questo non
è per niente chiaro".