III Comm: audizione con i comitati contro 10 vaccini obbligatori
(ACON) Trieste, 30 lug - RCM - Audizione richiesta alla III
Commissione consiliare - presidente Ivo Moras (Lega) - e
all'assessore regionale alla Salute, Riccardo Riccardi, dal
comitato dei Genitori di Trieste per la libertà di scelta e
dall'associazione Piano B, che sono stati accompagnati dai
rappresentanti delle associazioni Alister, Comilva, Sostegno
genitori, SìAmo, da un paio di medici e genitori, tutti contro il
decreto Lorenzin e la relativa legge 119/2017 che ha portato da 4
a 10 i vaccini obbligatori per i bimbi della fascia 0-6 anni
affinché possano accedere a nidi e asili, mentre per la fascia
6-16 è prevista una sanzione pecuniaria ma non lo stop
all'accesso alla scuola.
Quanto sono venuti a chiedere, o meglio a richiedere visto che
una prima audizione con la III Commissione è avvenuta l'8
novembre scorso, presente l'allora assessore regionale alla
Sanità, Maria Sandra Telesca, è esercitare la propria autonomia e
far sì che sia consentito l'accesso scolastico a tutti i bambini
anche per l'anno 2018/19. Non meno importante, aprire tavoli di
confronto con i genitori e con i medici di ambo gli schieramenti,
tanto i favorevoli quanto i contrari ai vaccini.
A novembre - ha ricordato Alessandra Devetag del comitato
Genitori di Trieste - abbiamo portato numerosa documentazione con
cui si dimostra che entrambi i presupposti del decreto Lorenzin,
di emergenza e urgenza, sono in realtà insussistenti, inoltre si
sconfessano i numeri dati dall'ex ministra sui morti in Europa
per morbillo e meningite.
Una proposta alternativa, trasmessa al Governo nel luglio 2017 a
firma di alti esponenti dell'autorità scientifica - ha detto
sempre la Devetag -, suggeriva di bloccare il decreto e
introdurre un obbligo eventualmente solo per il morbillo. Oltre a
rivedere l'innocuità della vaccinazione, con un palese conflitto
con le case farmaceutiche quanto ai dati diffusi.
Ciò che manca - è stata l'accusa - è uno strumento veramente
efficace e avanzato di vaccino-vigilanza sul territorio
nazionale; la reazione avversa ai vaccini non viene segnalata,
non si denuncia cosa di grave potrebbe accadere a mio figlio se
gli faccio 10 vaccini.
A seguire, la Commissione ha ascoltato la storia personale di due
genitori e della loro figlioletta, le complicazioni che sono
susseguite subito dopo la vaccinazione a cui l'avevano sottoposta
e la loro decisione di non voler rischiare nel vaccinare anche il
secondo figlio per paura di possibili conseguenze negative anche
in questo caso. Al pari si è espressa contro un'altra mamma, che
ha parlato delle componenti dei farmaci e della loro pericolosità
confutata da dati scientifici, di fiducia disattesa, di notizie
false diffuse solo per giustificare le vaccinazioni obbligatorie,
di libertà di scelta negata e sanzioni amministrative che
colpiscono le fasce meno abbienti.
La farmaco-vigilanza deve essere attiva - hanno rimarcato coloro
che sono intervenuti poi -, non per demonizzare le vaccinazioni
ma per capire come una vaccinazione fatta su bimbi di pochi mesi
deve essere seguita appunto attivamente. Non interrompete il
dialogo tra cittadini e istituzioni, ma anzi rafforzatelo. Si
tratta di piccoli che vanno protetti.
Siamo anche genitori di figli grandi - hanno detto altri -, che
potrebbero anche cavarsela con una sanzione da meno di 200 euro,
ma non si può non lottare anche per quel bambino su un milione,
anche se è il figlio di un altro, che si sa potrebbe avere
reazioni negative e pericolose. Spesso la politica non ha voluto
sforzarsi di controllare veramente i dati.
A conclusione, Graziano Ugenti dell'associazione Piano B ha posto
anche il problema di dove andranno messi tutti i bambini non
vaccinati e che dunque non potranno accedere a nidi e asili. Ha,
quindi, chiesto alla Regione di sospendere le campagne di
vaccinazione nelle scuole in quanto luoghi non adatti a
somministrare farmaci di quel tipo; fermare le multe almeno per i
meno abbienti, come già fatto dalle Regioni Liguria e Piemonte e
da Bolzano; avere un occhio di riguardo alla vaccino-vigilanza
studiando a livello nazionale il reale rapporto rischio/vaccino.
L'impegno a verificare quanto fanno le altre Regioni e a
istituire tavoli di confronto è arrivato dall'assessore Riccardi,
che però non ha potuto non far presente che l'obbligatorietà o
meno alla vaccinazione non è di competenza regionale. Ci sono
regole che non sono in capo alle amministrazioni regionali, non
abbiamo il potere di dire se una vaccinazione va fatta o no. Ci
fosse anche un minimo dubbio sulla terzietà delle decisioni - ha
aggiunto - sono d'accordissimo che si dovrebbe intervenire, ma
l'uso o meno dei vaccini deve scaturire dagli studi e dalle
conclusioni della comunità scientifica.
Anche dal presidente Moras un preciso impegno: quello di
ascoltare tutti e di iniziare con gli incontri a settembre.
"Adotteremo la giusta attenzione e ascolteremo tutti, riflettendo
sulle nostre competenze", ha ribadito anche l'esponente della
Lega, che ha aggiunto: "L'evolversi non è così chiaro e delineato
come vorremmo. Attraverso i tavoli di confronto matureremo una
conoscenza migliore. Ci rivedremo a metà settembre per creare un
percorso per garantire il bene dei nostri figli".
(foto; immagini alle tv)