FI: Piccin, no recupero crediti per chi ha preso azioni Banca Vicenza
(ACON) Trieste, 3 ago - COM/MPB - "Intervenire per far sì che
non venga in alcun modo portato avanti da parte della SGA S.p.a.
il recupero dei crediti che trovano la loro fonte in
finanziamenti strumentalmente collegati al solo acquisto delle
azioni della Banca Popolare di Vicenza, istituto che ha ingannato
i piccoli risparmiatori e tradito il proprio territorio,
danneggiando famiglie e imprese".
E' quanto chiede il consigliere regionale di Forza Italia Mara
Piccin in un'interrogazione presentata alla Giunta.
"Tra il 2013 e il 2015 - rileva Piccin - i risparmiatori e le
piccole imprese della provincia di Pordenone sono stati, con
modalità anomale ed illegittime, fraudolentemente indotti dai
direttori e dai funzionari delle filiali della Banca Popolare di
Vicenza a contrarre finanziamenti unicamente finalizzati
all'acquisto di titoli dell'istituto di credito, con la promessa
di vantaggi economici e che l'investimento era sicuro e
remunerativo (in violazione delle disposizioni di cui all'art. 21
D.Lvo 58/98 (TUF) e 26-27-28 e 29 Regolamento CONSOB n. 11522).
"Fin dal 2013, la Banca Popolare di Vicenza non aveva superato
gli stress test della BCE che ha ritenuto che l'istituto di
credito necessitava di un immediato aumento di capitale, a
dimostrazione del fatto che la Banca non versava in solide
condizioni economiche e, pertanto, l'investimento non era affatto
sicuro.
"Dal 25 giugno dello scorso anno - prosegue l'esponente di Forza
Italia - il Governo ha posto in liquidazione coatta
amministrativa la Banca Popolare di Vicenza e, conseguentemente,
gli investitori hanno visto perdere il proprio investimento. La
liquidazione ha ceduto tutte le posizioni creditorie a favore di
SGA S.p.A., società di recupero crediti, la quale ha inviato agli
investitori le diffide di pagamento per il rientro
dell'esposizione. E ciò anche a coloro che hanno contratto
finanziamento al solo fine di acquistare le azioni della Banca
Popolare di Vicenza.
"Diversi Tribunali hanno già dichiarato la nullità del
finanziamento per violazione dell'art. 2358 Codice Civile, il
quale vieta alle società emittenti, direttamente o
indirettamente, di accordare prestiti, né fornire garanzie per
l'acquisto o la sottoscrizione delle proprie azioni".
"Da qui - conclude Piccin - la necessità di bloccare il recupero
dei suddetti crediti, a tutela di risparmiatori, famiglie ed
imprese".