M5S: Ussai, su vaccini investire in informazione e prevenzione
(ACON) Trieste, 19 set - COM/CMC - "Il Movimento 5
stelle riconosce i programmi di vaccinazione come importante
strumento di sanità pubblica, e individua la comunità scientifica
come soggetto competente a discutere dei rischi o benefici degli
stessi".
Ad affermarlo è il consigliere pentastellato Andrea Ussai, che
aggiunge: "data per acquisita questa premessa, rispetto alla
questione obbligo o non obbligo, bisogna porsi la domanda su
quale sia la modalità più idonea ed efficace per la prevenzione
delle malattie infettive. Ciò anche a fronte del fatto che la
maggior parte dei paesi europei non ha vaccini obbligatori, ma
applica una politica di 'vaccinazione attiva' attraverso il
principio della raccomandazione".
"Va inoltre ricordato - prosegue Ussai - che già nel Piano
nazionale dei vaccini 2005/2007, e di nuovo in quello 2012/2014,
si parlava di superamento dell'obbligo vaccinale, condizionato a
un sistema informatico efficace avente alla base anagrafi
vaccinali ben organizzati, un'adeguata copertura vaccinale, un
adeguato sistema di vigilanza delle malattie infettive, un
sistema di monitoraggio degli avvenimenti avversi ai vaccini in
grado di assicurare anche i follow up dei casi".
"Come mai non sono ancora stati raggiunti questi obiettivi?" - ha
sollecitato il consigliere Ussai ai medici presenti in
Commissione, aggiungendo: "perché non esiste ancora l'anagrafe
vaccinale informatico nazionale, come previsto anche dal decreto
Lorenzin? E' mancata la volontà politica e/o gli investimenti
sono stati insufficienti?"
"La risposta che mi ha fornito il professor Barbone è stata
chiara - ha commentato il consigliere M5S al termine della seduta
- sono mancati in questo paese gli investimenti in prevenzione e
ricerca, per cui l'obbligatorietà si è resa necessaria per
garantire le coperture".
"Al di là delle strumentalizzazioni politiche che alimentano le
"guerre di religione" sul tema dell'obbligo vaccinale - ha
concluso il consigliere - come Movimento 5 stelle, crediamo che
la vera sfida sia quella di recuperare la credibilità e la
fiducia nelle istituzioni. Solo con un piano di corretta
informazione e confronto si potrà ottenere un consenso
partecipato e consapevole dei cittadini anche senza azioni
coercitive".