Pd: Da Giau, il nuovo Garante è solo fretta di censura
(ACON) Trieste, 20 set - COM/CMC - "Il dibattito odierno ha
reso certezza il nostro sospetto: le modifiche all'istituto del
Garante regionale dei diritti della persona e l'introduzione
della funzione di difesa civica non corrispondono a nessun
ideale, ma semplicemente alla volontà di censura di alcuni
attuali Garanti e della loro sostituzione con persone amiche".
A dirlo è la consigliera regionale del Pd Chiara Da Giau (prima
firmataria della legge n. 9 del 2014, istitutiva del Garante), a
margine della V Commissione consiliare che ha licenziato il
progetto di legge del consigliere di FI Piero Camber.
"Una proposta confezionata in fretta - ha aggiunto la Da Giau -,
come si evince da imprecisioni e dimenticanze nell'articolato e
senza che le modifiche introdotte risolvano alcune criticità
rilevate nell'applicazione della legge precedente, legate
peraltro alla dotazione finanziaria e non all'impianto normativo.
Oggi abbiamo compreso le ragioni di questa fretta che
diversamente non troverebbe spiegazione, dal momento che gli
attuali Garanti sono in scadenza a settembre 2019.
"Anche dopo l'audizione - continua l'esponente di centrosinistra
-, le parole della maggioranza hanno mostrato la totale
svalutazione delle funzioni di garanzia dei diritti. Aggiungere
la difesa civica e riunire tutte le funzioni in un'unica persona
significa non vedere svolta più nessuna delle funzioni stesse in
modo efficiente".
La Da Giau si chiede, poi, come mai oggi il centrodestra
sacrifichi le funzioni di garanzia a favore di quelle della
difesa civica che pure nel 2008, con il voto favorevole anche
dell'attuale consigliere proponente, aveva giudicato istituto
obsoleto e inutile, abrogandolo in Aula con un emendamento
notturno in assestamento di bilancio.
"Pur vantando di mantenere tutte le funzioni previste dalla legge
precedente - conclude la consigliera -, in realtà le modifiche
proposte peggiorano e bloccano il loro espletamento: affidano a
una sola persona un carico di lavoro maggiore di quello che oggi
sta in capo a tre; sottraggono elementi di garanzia di terzietà
dal momento che si riducono le incompatibilità; tolgono la
collegialità dell'organismo di garanzia (elemento di novità della
precedente legge, osservato con interesse da altre Regioni);
formalizzano di fatto che le nomine vengono decise dalla
maggioranza nell'ambito del più classico spoiler system".