Cittadini: Centis, no deciso a naia o servizio civile obbligatorio
(ACON) Trieste, 25 set - COM/CMC -Il capogruppo dei Cittadini,
Tiziano Centis, ribadisce la netta contrarietà del Gruppo dei
civici al fatto che un maggiorenne possa essere obbligato a
svolgere un'esperienza per motivi prettamente educativi.
"Se un'esperienza di servizio civile o militare volontaria va
considerata positiva per chi sceglie di svolgerla - spiega Centis
-, obbligare i nostri ragazzi a impegnare diversi mesi di vita
contro la propria volontà è profondamente sbagliato. Non è giusto
introdurre un ulteriore onere nei confronti di una generazione,
quella dei giovani, che oggi già porta sulle spalle gli errori
fatti dai governanti del passato, errori che hanno portato a un
sempre più difficile accesso al mondo del lavoro e hanno reso un
miraggio l'ottenimento di una pensione dignitosa in tempi
ragionevoli. Siano almeno liberi di scegliere per il proprio
futuro.
"La vita delle persone non appartiene allo Stato - prosegue il
consigliere - e l'idea che la macchina pubblica possa pretendere
dai nostri ragazzi tempo, energie, risorse, è esattamente il
contrario della logica liberale che dovremmo favorire: e cioè
quella di individui liberi che pagano le tasse per avere in
cambio buoni servizi e sicurezza.
"Oggi, alle soglie del 2019 - afferma Centis -, la reintroduzione
della naia non trova giustificazione nelle esigenze della difesa
moderna, che ha piuttosto bisogno di un alto grado di
professionalizzazione, di soldati competenti, preparati,
motivati, che facciano dell'opzione militare una scelta profonda,
un percorso di vita autenticamente meditato.
"Attualmente uno strumento che incentiva i ragazzi a scegliere un
periodo di impegno civile - conclude l'esponente di
centrosinistra - già esiste ed è anche molto recente: il decreto
legislativo n. 40 del 2017 prevede l'adesione volontaria al
servizio civile universale, per il quale oltre 53.000 ragazzi
hanno già fatto domanda. Per il Gruppo dei Cittadini chi sceglie
questo percorso deve essere premiato, ma perché obbligare chi
vuole seguire una strada diversa?"