Cr: pdnl obbligo servizio civile o militare, relazione Roberto Cosolini(4)
(ACON) Trieste, 2 ott - CMC - Poggia su una serie di
considerazioni oggettive, e non su un generico e ideologico
antimilitarismo, la contrarietà del Partito democratico alla
reintroduzione del servizio militare obbligatorio.
Così spiega Roberto Cosolini (Pd) nella sua relazione di
minoranza, ripercorrendo l'iter legislativo che prima nel 2000 e
poi nel 2004, per opera di governi di segno diverso, portò al
superamento degli obblighi di leva. "Un periodo nel quale -
aggiunge - concluse le esigenze di difesa alle frontiere, si
apriva una fase di collaborazione internazionale in difesa della
pace e dei diritti umani che necessitava di forze altamente
professionalizzate".
L'esponente del Pd porge poi all'Aula una serie di considerazioni
legate alla difficoltà che comporterebbe una riorganizzazione
complessiva del sistema e agli ingenti investimenti necessari per
ripristinare le numerose caserme dismesse e per attivarle in
alcune zone del Paese che risultano completamente sprovviste.
La storia del servizio militare obbligatorio è inoltre, per
Cosolini, contrassegnata da luci e ombre dal punto di vista della
crescita civile delle giovani generazioni. Se infatti va citato
il caso degli Alpini con le sue ricadute dirette sullo sviluppo
di un moderno e forte sistema della protezione civile,
altrettanto non vanno sottaciute le ombre che vedevano migliaia
di giovani stazionare per un anno senza svolgere funzioni utili
né alla difesa né alla comunità.
Il carattere obbligatorio, anche per quanto riguarda il servizio
civile, suscita poi, secondo l'esponente del Pd, ulteriori
perplessità "poiché si scontra con le esigenze di quei giovani
che, pronti per affacciarsi al mercato del lavoro, sarebbero
costretti a fermarsi per sei mesi, rischiando di perdere
opportunità di avvio e prosecuzione di carriera". Meglio sarebbe
propendere verso interventi che incentivino l'adesione
volontaria, a esempio con il riconoscimento di crediti formativi.
In ogni caso, di fronte alla scelta di un servizio obbligatorio -
conclude Cosolini - è quello civile a favorire lo sviluppo di una
maggiore coscienza civica e senso di comunità, oltre a essere
organizzato in maniera più flessibile e compatibile con i
percorsi di lavoro e di carriera.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)