FdI/An: Basso, regionalizzare il comparto scuola, no le università
(ACON) Trieste, 2 ott - COM/CMC - Nel dibattito avviato in
Consiglio regionale e legato a una mozione, poi ritirata, con
riflessi sulla regionalizzazione del comparto scuola e delle
università, il consigliere Alessandro Basso (FdI/An) precisa che
la sua posizione è quella di sostenere lo spostamento di
competenze da Stato a Regione a livello educativo e formativo,
per quanto attiene la gestione delle scuole fino alle secondarie.
"Sono convinto - afferma Basso - che solo una gestione autonoma e
semplificata possa portare uno stato di avanzamento e
miglioramento nella difficile condizione in cui versano le nostre
scuole a ogni inizio di anno scolastico. Da parte dello Stato
infatti, non ci sono volontà e capacità di risolvere gli annosi
problemi che attanagliano il mondo dell'istruzione.
"Spostare le competenze - prosegue Basso - vuol dire anche fare i
conti con la penna in mano, ovvero capire quanto si spende, e il
settore istruzione è un sistema vasto e complicato.
"Di certo qualcosa va fatto - spiega l'esponente di Fratelli
d'Italia/An - affinché a ogni partenza di anno scolastico i
problemi non siano sempre gli stessi e la loro discussione venga
procrastinata ad anno iniziato, ottobre o addirittura novembre,
indipendentemente dalla buona volontà e dalla competenza profusa
da dirigenti e operatori scolastici, ai quali va sempre il nostro
plauso perché se la scuola funziona è grazie a loro.
Per quanto riguarda invece il sistema universitario, il
ragionamento di Basso, si basa su fattori diversi: "Non sono
favorevole all'idea di spostare un sistema così composito
all'interno di una competenza regionale - spiega - in quanto
tecnicamente non lo può comprendere e gestire, e poco si accorda
con il suo profilo costituzionale.
"L'università è un mondo elevato che, per sua stessa definizione,
si confronta con un contesto esteso, non con la limitatezza
regionale. La comunità scientifica che lo nutre e regola, per
definizione, non può essere locale, altrimenti sarebbe destinata
al fallimento.
"Vanno assolutamente rivisti i rapporti tra i diversi poli
universitari regionali e gli atenei, ma è troppo rischioso
avviare un percorso di regionalizzazione in questo settore, in
quanto andremmo a toccare un sistema che funziona bene, con
conseguenze non immaginabili".