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VI Comm: da ass. Rosolen quadro comparto regionale istruzione

10.10.2018
18:21
(ACON) Trieste, 10 ott - CMC - Seicento docenti in meno rispetto all'organico previsto, 98 dirigenti scolastici su 171, 14 scuole senza direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga), personale per il sostegno ai bisogni educativi speciali (Bes) coperto solo per il 60%, il 40% in meno del personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti (Ata) e un Ufficio scolastico regionale, declassato nel 2014, che è passato da 133 a una sessantina di unità.

Sono solo alcuni numeri legati al comparto regionale dell'istruzione riferiti oggi in VI Commissione consiliare, dall'assessore regionale Alessia Rosolen.

Una situazione emergenziale - ha detto Rosolen nel corso dell'audizione svolta dall'organismo consiliare presieduto da Giuseppe Sibau (Progetto FVG/Ar) - che stiamo affrontando a livello nazionale con il ministero competente, per colmare le gravi carenze d'organico e rimediare alle problematiche sorte in seguito al declassamento dell'Ufficio scolastico regionale.

Contestualmente - ha proseguito l'assessore - stiamo lavorando alla modifica della legge regionale 13/2018 in materia di diritto allo studio e potenziamento dell'offerta formativa del sistema scolastico regionale, per integrare le norme e sostenere con ogni strumento possibile le nostre scuole.

Sullo sfondo, e prime valutazioni sono state avviate in tal senso dalla Giunta regionale, vi è poi il tema della regionalizzazione del comparto, a partire proprio dalle funzioni che verrebbero acquisite dall'Ufficio scolastico regionale in attuazione al Titolo V sull'autonomia, come previsto dalle norme statutarie.

Un percorso - ha spiegato Rosolen -, quello sulle norme di attuazione dello Statuto per il trasferimento di funzioni in materia di istruzione non universitaria, fermo alla riunione della Commissione paritetica del 2016 e per il quale ancora si attende il parere della suddetta Commissione e l'eventuale e conseguente deliberazione del Consiglio dei ministri.

E' importante ora - ha aggiunto l'assessore - comprendere e avviare una riflessione comune sul livello di regionalizzazione dell'istruzione e definire, anche alla luce di quanto stanno attuando sul tema, dopo l'esito referendario, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e senza trascurare i costi (la piena autonomia scolastica sfonderebbe la soglia dei 900 milioni solo per la gestione del personale) e i tempi lunghi del percorso.

Intervenendo nel dibattito, Mauro Capozzella (M5S) ha posto l'attenzione sui direttori dei servizi generali e amministrativi, la cui carenza è definita allarmante, mentre Stefano Turchet (Lega) ha invitato a prendere quale punto di riferimento non solo regioni numericamente e geograficamente più vaste come Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, ma anche il modello di gestione autonoma attuato delle Province di Trento e Bolzano.

Ulteriori approfondimenti sull'orientamento della Giunta e la politica che si intende avviare in materia sono stati richiesti dai consiglieri Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia) e Chiara Da Giau (Pd), che auspicato l'avvio di interventi in settori che sono già di competenza regionale come edilizia scolastica, diritto allo studio e infrastrutturazione degli istituti e che richiederebbero anch'essi un potenziamento. Cristiano Shaurli (Pd) ha quindi osservato che le carenze attuali, pur credendo in un percorso federale e di autonomia, non si riuscirebbero a coprire con la regionalizzazione del comparto, ma con le risorse e, concordando con l'assessore, in tempi molto lunghi. Meglio sarebbe, per l'esponente del Pd, avviare una trattativa complessiva con lo Stato sulle nuove competenze richieste dalla Regione, piuttosto che procedere per singole funzioni.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)



L'assessore Rosolen in audizione in VI Commissione consiliare (foto Arc/GM)