FdI/An: Basso, condivisibile regionalizzare il comparto scolastico FVG
(ACON) Trieste, 11 ott - COM/CMC - "Sul presente e il futuro
dell'istruzione regionale condivido personalmente, e a nome del
gruppo consiliare di Fratelli d'Italia/An, la posizione
dell'assessore Rosolen verso la scelta della regionalizzazione".
A dichiararlo è il capogruppo Alessandro Basso (FdI/An),
commentando quanto emerso dalla recente riunione, svolta sul
tema, dalla VI Commissione del Consiglio regionale.
"La Regione - prosegue Basso - intende giustamente gestire la
scuola del Friuli Venezia Giulia, in un quadro di emergenza
totale nel quale mancano 73 presidi su 171, 4 insegnanti di
sostegno su 10, 14 istituti sono senza il capo di segreteria e
l'Ufficio scolastico regionale (Usr) ha 67 dipendenti su 133
necessari. Tenendo conto dei 600 insegnanti mancanti per
completare l'organico e con un personale Ata (Assistente tecnico
amministrativo) al 60% del contingente ottimale, se la rotta non
viene invertita, il prossimo anno scolastico è destinato a non
partire.
"Il piano proposto dall'assessore Rosolen - spiega Basso - agisce
su due livelli: un primo che prevede la regionalizzazione della
parte amministrativa della scuola, cioè l'Usr, e un altro, di
certo fortemente coraggioso, che coinvolgerebbe l'intero sistema
scolastico regionale.
"Concordo non solo sulle misure proposte dall'assessore sulla
regionalizzazione del comparto scolastico - afferma il
consigliere -, ma soprattutto sull'urgenza di adottarle il prima
possibile, in modo da evitare la paralisi dell'avvio del prossimo
anno scolastico e dare un forte segno di azione nei primi mesi
della legislatura in corso.
"L'assessore - aggiunge - può avvalersi della sua competenza e
dell'appoggio del presidente nelle decisioni che prenderà,
comprendendo che il passaggio è delicato e va fatto 'in
sicurezza' in quanto rischioso da molti punti di vista e
bisognoso delle giuste cautele.
"In mancanza di una macchina amministrativa avviata e compatta,
diventa difficoltoso mettersi al passo con Regioni nelle quali
tale processo di autonomia risulta di conseguenza più agile e
attuabile. Tuttavia - conclude Basso - non dobbiamo temere di
lavorare in accordo con esse; Regioni virtuose come Lombardia e
Veneto, che stanno dimostrando la possibilità di adottare tali
soluzioni, rimangono un esempio da seguire in un processo che
necessita di un percorso burocratico complesso e complicato. Esse
vanno prese a esempio per studiare il cambiamento e decisionismo
nel processo, tenendo sempre conto della particolarità e
soprattutto specialità della nostra Regione, che aumenta il
carattere di coraggio per operare verso tale prospettiva".