Pd: Iacop, obiettivo 2025 per Serbia in Ue
(ACON) Trieste, 17 ott - COM/CMC - "Nel cammino dei negoziati
per l'allargamento europeo oggi apprendiamo che è stato indicato
il 2025 come data possibile, sebbene ambiziosa, per l'adesione
della Serbia all'Ue. Un fatto positivo che deve essere
accompagnato da un processo interno di rafforzamento degli enti
locali regionali e della Provincia autonoma di Voivodina, per
renderli protagonisti delle riforme".
A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Franco Iacop, relatore
del Comitato delle Regioni dell'Unione europea oggi presente a
Ni, in Serbia, per il quinto meeting del Joint Consultative
Committee Cor-Serbia di cui è co-presidente, per discutere
dell'adesione della Serbia all'Unione europea e del ruolo degli
enti locali regionali nel processo di riforme.
Iacop, nel ruolo di relatore, sulla "Comunicazione 2018 sulla
politica di allargamento dell'Ue" della Commissione europea, ha
ricordato tra le altre cose le raccomandazioni specifiche del
Comitato delle Regioni riguardanti la Serbia.
"Accanto alla positiva notizia del 2025 come data possibile di
adesione all'Ue - ha detto-, abbiamo riconosciuto l'impegno della
Serbia nella gestione dei flussi migratori che attraversano il
suo territorio. Come Comitato abbiamo ritenuto che debba essere
data una fondamentale attenzione nei confronti della lotta alla
corruzione, adottando al più presto una nuova legge sull'agenzia
anti-corruzione, ma anche attenzione alla prevenzione a livello
di enti locali regionali".
Proprio sul ruolo delle Regioni, Iacop rivolge maggiore
attenzione: "Si nota con preoccupazione che le capacità
amministrative degli Enti locali regionali denotano carenze e che
le risorse umane e finanziare messe a disposizione di tali enti
non sempre sono adeguate alle mansioni da espletare. Abbiamo
inoltre sollecitato la Serbia ad attuare le norme costituzionali
sul finanziamento della Provincia autonoma di Voivodina,
adottando al più presto le pertinenti disposizioni legislative. E
inoltre è stato sollecitato il Governo a rispettare l'autonomia
degli eletti locali indipendentemente dalla loro appartenenza
politica".