Lega: Bordin, noi forza che risponde a cittadini non a eurocrati
(ACON) Trieste, 18 ott - COM/CMC - Il capogruppo della Lega in
Consiglio regionale Mauro Bordin definisce fuori luogo le
dichiarazioni del presidente del Consiglio, Piero Mauro Zanin,
che ha parlato di una metamorfosi della Lega da partito
autonomista e federalista a semi-sovranista.
"È evidente - commenta Bordin - che il presidente del Consiglio
regionale Zanin ha dimenticato le battaglie proprie del DNA della
Lega in campo di autonomia e federalismo, come ad esempio i
referendum per l'autonomia regionale del Veneto e della Lombardia
che rappresenteranno un valore aggiunto per l'intero
sistema-Paese e porteranno vantaggi a tutti i territori.
"Ciò di cui sono sicuro - chiosa il capogruppo leghista - e che i
nostri concittadini sono poco interessati alle dinamiche interne
fra i partiti. Oggigiorno la vera sfida è dare le risposte che
hanno chiesto a gran voce, sia a livello nazionale che regionale
qui in Friuli-Venezia Giulia, per cui le etichette non ci
appassionano e se qualcuno pensa di incentrare il dibattito
politico su una sterile polemica si sbaglia alla grande.
"Il presidente Fedriga, la giunta e la maggioranza in Consiglio
stanno lavorando alacremente per portare risorse e competenze al
Friuli Venezia Giulia, senza false promesse o proclami eclatanti
fatti ad hoc per raccattare un po' di visibilità e magari qualche
riga sui quotidiani locali.
"Fra l'altro - aggiunge l'esponente del Carroccio - mi pare
giusto che il presidente Zanin sappia che la Lega il sogno
europeo lo coltiva al di là di mere logiche finanziarie o
globaliste. Fortunatamente alle elezioni europee del prossimo
maggio 2019 i cittadini daranno un chiaro segnale di cambiamento
e daremo vita al sogno di una nuova Europa che si avvicina alle
persone e si allontana dalle forze globaliste e finanziarie
speculative.
"Comunque - conclude Bordin - da uomo delle istituzioni qual è
Zanin, mi aspetto che voglia rappresentare la sua importante
posizione di garanzia in modo imparziale senza entrare in
valutazioni e considerazioni politiche che mal si conciliano con
il suo ruolo".