Cr: pdl politiche abitative, relatore minoranza Moretti (7)
(ACON) Trieste, 29 ott - CMC - "Ci troviamo di fronte al primo
grande scivolone della maggioranza: con l'intento di perseguire
in maniera ideologica lo slogan "prima gli italiani", alla fine
gli italiani verranno sì prima, ma saranno i primi a pagare
l'innalzamento a cinque anni dei parametri di accesso alle
abitazioni di edilizia residenziale pubblica".
Esordisce così il consigliere regionale Diego Moretti (Pd) nella
sua relazione di minoranza, riferendosi al testo unificato dei
due progetti di legge che contiene alcune modifiche alla legge
regionale n. 1 del 2016 in materia di edilizia residenziale
pubblica.
Riportando alcuni dati relativi alle simulazioni compiute dai
direttori Ater e comunicate nel corso dei lavori della
Commissione consiliare competente, Moretti ricorda in Aula che
sarebbero 311 gli italiani che non avrebbero più diritto ad una
casa Ater in base ai nuovi criteri di accesso e afferma: "Abbiamo
la convinzione di essere davanti a un provvedimento, del quale la
Lega e i suoi alleati hanno evidentemente perso il controllo
sugli effetti, poiché, a nostro parere, risulta prima di tutto
discriminatorio verso quegli italiani che per lavoro provengono
da altre regioni e che saranno penalizzati, senza alcuna
giustificazione, dall'innalzamento del requisito di accesso da 2
a 5 anni.
"Non possiamo per legge - prosegue l'esponente del Pd - eliminare
il bisogno di casa, che è quello che si vorrebbe fare, in maniera
sbagliata, con l'innalzamento a 5 anni dei requisiti; quello che
invece andrebbe fatto è creare strumenti e criteri per rendere
più eque le graduatorie, come già tracciato nelle norme della
legge regionale n. 1 del 2016 con la facoltà, riservata ai
direttori generali delle Ater del territorio, di premiare chi
risiede in Friuli Venezia Giulia, da più tempo".
Per queste ragioni il testo, per il Pd, rimane fortemente
problematico e non condivisibile, afferma Moretti che entrando
nel merito della norma precisa che sul requisito di residenza il
passo indietro dai cinque ai due anni compiuto per il sostegno
alle locazioni, dovrebbe essere esteso anche al sostegno alle
morosità incolpevoli e per l'edilizia agevolata e convenzionata.
Sull'obbligo di certificazione, viene poi definito positivo
l'inserimento dell'esclusione dei profughi e dei rifugiati e
titolari di protezione sussidiaria dalla presentazione delle
documentazioni consolari per le proprietà all'estero. "Rimane
però - afferma Moretti - una discriminazione di fatto per coloro
che hanno i requisiti, ma gli si rende quasi impossibile
dimostrarlo".
"Se non verrà radicalmente modificata - conclude Moretti - il
gruppo del Partito democratico che ha votato in Commissione
contro questa proposta, voterà convintamente contro, anche in
Aula".
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)