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Cr: ddl sistema pubblico impiego, relatore minoranza Moretti (2)

06.11.2018
10:45
(ACON) Trieste, 6 nov - RCM - In attesa di conoscere le linee di indirizzo dell'amministrazione Fedriga sulla riforma degli enti locali, Diego Moretti (Pd), primo relatore di minoranza del disegno di legge n. 24 che modifica il sistema integrato del pubblico impiego e dispone in materia di funzione pubblica della Regione, afferma di non condividere gli interventi di abrogazione dell'istituzione dell'albo unico dei dirigenti previsto con la legge regionale n. 18 del 2016 senza che questa sia stata applicata e senza valutarne quindi gli effetti.

Al pari, Moretti non condivide "l'abrogazione delle norme (seppure impugnate dal Governo) sull'obbligo di assunzione del personale iscritto all'albo dei giornalisti nelle amministrazioni del comparto unico con il contratto nazionale di lavoro giornalistico, nonché l'introduzione, con l'articolo 9, della nomina dei direttori responsabili delle Agenzie di stampa Arc (Agenzia Regione Cronache) e Acon (Agenzia del Consiglio regionale) da parte, rispettivamente, del presidente della Giunta e dell'Ufficio di presidenza del Consiglio su designazione nominativa del presidente del Consiglio regionale.

"Il rischio, assolutamente presente e non banale - sostiene Moretti -, sta nelle evidenti forzature presenti in tali norme, che in contraddizione con la prassi fin qui tenuta renderebbero di fatto la figura del direttore un portavoce del presidente del Consiglio e non il direttore dell'Agenzia del Consiglio regionale".

Entrando nello specifico, il consigliere dem ha detto che "all'articolo 1 ci pare doveroso tutelare il principio che un giornalista che svolge il proprio lavoro in un'Agenzia di stampa di un ente pubblico debba essere inquadrato secondo il contratto giornalistico, a garanzia delle specifiche qualifiche professionali e deontologiche nonché delle caratteristiche di autonomia, indipendenza e terzietà che deve contraddistinguere l'informazione istituzionale.

"In merito alle disposizioni della legge regionale n. 5 del 2018 per il sostegno e la valorizzazione del sistema informativo regionale - impugnate dal Governo in quanto in contrasto con le disposizioni nazionali - riteniamo che la Regione debba resistere all'impugnazione e non solo adeguarsi.

"Inoltre, l'ultimo accordo sottoscritto dalla Federazione nazionale della stampa (Fnsi - sindacato unico e unitario dei giornalisti), Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran - Agenzia tecnica che rappresenta le pubbliche amministrazioni nella contrattazione collettiva nazionale di lavoro) e organizzazioni sindacali del pubblico impiego impegna, di fatto, tutte le amministrazioni regionali a continuare ad applicare le norme preesistenti, in attesa che sia avviata e conclusa la trattativa tra Fnsi e Aran che dovrà portare alla definizione della regolamentazione dei profili professionali dei giornalisti addetti agli uffici stampa della pubblica amministrazione nella salvaguardia dei rapporti di lavoro in essere.

"E' opportuno evitare che un'interpretazione estensiva e zelante di una norma conduca ad azioni unilaterali, tese a disconoscere l'applicazione del contratto nazionale di lavoro giornalistico.

"Con l'articolo 3 - ha proseguito Moretti -, il disegno di legge n. 24 snatura profondamente la legge regionale 8/2016, che introduceva il ruolo dei dirigenti del Comparto unico del pubblico impiego regionale e locale. Questa proposta incide su una norma senza che questa abbia potuto ancora trovare reale applicazione, andando così a stravolgere la legge senza averne valutato concretamente gli effetti".

La reviviscenza dell'articolo 48 bis della Lr 18/1996 - prevista nell'articolo 4 del ddl 24 - ripristina le norme relative al trattamento spettante al dirigente che sostituisce il direttore centrale: la norma era stata abrogata dalla legge regionale 18/2016 proprio nell'ottica dell'introduzione del ruolo dei dirigenti del Comparto unico del pubblico impiego regionale e locale che con il presente provvedimento si vuole superare.

Un discorso a parte merita l'articolo 6, sul quale sarà presentato un emendamento - ha preannunciato il relatore - che istituisce il "Consiglio di indirizzo", organismo collegiale in affiancamento al direttore generale e con funzioni programmatorie.

Sull'articolo 8 non è chiaro il motivo dell'aumento della percentuale (dal 15% al 20%) per la nomina, a direttore generale e direttore centrale, di soggetti esterni alla pubblica amministrazione, se non legato a qualche nomina ad personam che l'amministrazione intende fare e che diversamente non potrebbe essere fatta.

"Come già detto - ha riaffermato in conclusione Moretti -, con la modifica proposta all'articolo 9 si va a perdere ogni garanzia di autonomia, indipendenza e terzietà che deve contraddistinguere l'informazione istituzionale. Lo stesso vale per il ruolo assegnato dalla norma all'Ufficio di Presidenza, il quale, di fronte alla 'designazione nominativa' da parte del presidente, dovrebbe poter decidere all'unanimità o in subordine con una maggioranza qualificata".

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



Il consigliere regionale del Pd Diego Moretti mentre relaziona sul ddl n. 24 (foto Acon/RCM)