Patto: turni estenuanti per guardiadighe Val Tramontina
(ACON) Trieste, 13 nov - COM/RCM - La questione dei turni
estenuanti per i guardiani delle dighe della Val Tramontina,
gestite da Edison, arriverà al ministro del Lavoro e delle
Politiche sociali, Luigi Di Maio, al quale si chiede di
verificare se le azioni messe in campo dalla multinazionale
ledano i diritti dei lavoratori.
A promuovere l'iniziativa sono stati i consiglieri regionali
Giampaolo Bidoli e Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia),
Mauro Di Bert, Christian Vaccher e Giuseppe Sibau (Progetto
FVG/Ar) e Mara Piccin (Forza Italia), la cui mozione è stata
approvata all'unanimità dall'Aula.
Nel 2015 - si legge nella mozione -, Edison ha riorganizzato le
modalità gestionali dei turni di guardiania per le dighe
introducendo la reperibilità speciale per 8 ore notturne nel
luogo di lavoro, anziché al domicilio degli addetti, riducendo il
personale necessario da 5 a 4 unità. Tali modalità si traducono
in un importante carico lavorativo per gli addetti, con
conseguente affaticamento fisico e psichico e potenziali
ripercussioni anche sulla sicurezza della gestione degli impianti
sorvegliati.
I firmatari del documento ritengono che la Regione debba
dimostrare fattivamente il proprio interesse a una questione che
coinvolge lavoratori del territorio e le loro famiglie, e
impongono una riflessione più ampia in ordine alle tutele in
materia di sicurezza della popolazione e del territorio stesso.
Da qui le richieste alla Giunta regionale di avviare un confronto
col ministro Di Maio "affinché valuti se l'interpretazione di
Edison dell'articolato del contratto collettivo nazionale del
lavoro del settore elettrico leda i diritti di tali lavoratori" e
con il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo
Toninelli, affinché approfondisca il rispetto "delle condizioni
di incolumità pubblica e di osservanza delle procedure derivanti
da una così profonda riorganizzazione logistica che, a fronte di
immutati protocolli di sicurezza che il presidio di una diga
richiede, hanno visto un progressivo depauperamento del numero di
unità di personale a ciò preposto con conseguente inevitabile
aumento del carico lavorativo imposto a ciascun addetto".
La questione della produzione di energia idroelettrica va
affrontata con urgenza anche alla luce del recente maltempo che
ha flagellato il Friuli e duramente anche la Val Tramontina. "È
assurdo che, a due settimane dalle avversità, ci siano ancora
2mila famiglie senza corrente elettrica nonostante le nostre
centrali continuino a produrre energia sul territorio - osserva
Bidoli -. Bisogna lavorare per far sì che le centrali vengano
collegate a una rete locale che garantisca energia elettrica a
famiglie e a imprese, in modo tale che situazioni del genere non
si ripetano più".
"E' necessario avviare immediatamente una riflessione ampia sul
tema dell'idroelettrico per far sì che i benefici che arrivano
dalla produzione di energia idroelettrica rimangano nelle tasche
dei cittadini, a vantaggio delle comunità locali - afferma
Moretuzzo -. Non è più accettabile che i profitti derivanti dallo
sfruttamento delle risorse naturali finiscano per arricchire
società extraregionali".