Pd: Conficoni, stoppato il blitz contro la sanità pordenonese
(ACON) Trieste, 20 nov - COM/RCM - "Da una parte della
maggioranza di centrodestra oggi c'è stato un tentativo di
occupazione della sanità pordenonese. Il commissariamento
dell'Azienda per l'assistenza sanitaria n. 5 Friuli Occidentale
chiesto dal consigliere regionale di FdI/An Alessandro Basso, poi
appoggiato da una parte di FI, è un atto dannoso per quella che è
unanimemente riconosciuta come l'Azienda che funziona meglio in
Friuli Venezia Giulia".
Lo ha detto il consigliere regionale del Pd Nicola Conficoni,
intervenendo nel corso della seduta della III Commissione con cui
è stato votato il disegno di legge n. 27 sull'assetto
istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale.
"L'Azienda pordenonese - aggiunge Conficoni - si distingue dalle
altre per due fondamentali motivi: perché il provvedimento
dell'assessore Riccardi non ne modifica l'assetto territoriale in
termini di confini, diversamente da quanto previsto per gli altri
territori; perchè la gestione dell'Aas 5 ha favorito un maggior
livello di integrazione tra territorio e ospedale.
"Lo stesso presidente Fedriga, in occasione della presentazione
del disegno di legge a Pordenone, ha riconosciuto che la sanità
pordenonese è quella che funziona meglio e può essere un modello.
Se davvero vogliamo aiutarla a essere un riferimento per le altre
Aziende - continua il consigliere - non dobbiamo crearle degli
stress ingiustificati, ma metterla nelle condizioni di superare i
problemi che ci sono attualmente, dandole continuità di gestione
e attribuendole adeguate risorse.
"L'auspicio è dunque che il centrodestra dia seguito alle
promesse, riassegnando alla Aas 5 - come più volte richiesto
anche dal nostro capogruppo del Pd, Bolzonello - l'utile di tre
milioni impiegato per ripianare i debiti delle altre Aziende
sanitarie del FVG".
Il consigliere regionale del Pd Nicola Conficoni (foto Acon/RCM)
Primo a sinistra, il consigliere regionale del Pd Nicola Conficoni mentre si prepara a intervenire in III Commissione (foto Acon/RCM)