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Cr: ddl assetto Servizio sanitario, relatore di maggioranza Camber (2)

05.12.2018
10:47
(ACON) Trieste, 5 dic - RCM - "Non abbiano ancora raccolto risultati tali da consentirci di affermare che il Sistema sia posto in sicurezza e sia in grado di mantenere, negli anni a venire, quegli ottimali livelli di qualità che tutti ci attendiamo".

Lo ha affermato all'Aula Piero Camber (FI), secondo relatore di maggioranza del disegno di legge n. 27 sull'assetto istituzionale e organizzativo del Servizio sanitario regionale (Ssr).

La proposta di revisione - ha detto ancora Camber, ricordando il percorso di ascolto di tutti i portatori di interesse - concentra la sua attenzione sul governo del Sistema, semplificandolo. Si tratta di 18 articoli, suddivisi in quattro Capi: il Capo I richiama l'oggetto e le finalità della legge, il Capo II definisce l'assetto istituzionale del Ssr, il Capo III declina l'assetto organizzativo e il Capo IV prevede le disposizioni transitorie e finali.

Nel complesso - ha aggiunto -, il provvedimento segna l'inizio di un percorso che dovrà sia porre mano alla razionalizzazione del sistema normativo regionale dedicato alla sanità, semplificandolo e ordinandolo in un testo unico, sia intervenire sul sistema dell'offerta con puntuali provvedimenti di riqualificazione dei servizi.

Tra gli elementi innovativi del ddl, Camber ha quindi citato il rafforzamento della direzione Salute attraverso l'istituzione dell'Azienda regionale di coordinamento per la salute e la semplificazione del sistema delle Aziende sanitarie e sanitarie universitarie regionali.

L'Agenzia regionale di coordinamento per la salute avrà, infatti - ha spiegato il relatore -, un ruolo significativo nel supportare la direzione centrale e le stesse Aziende sanitarie e sanitarie universitarie nella definizione e realizzazione degli obiettivi di governo in materia sanitaria e socio-sanitaria, ruolo che negli ultimi anni si è significativamente affievolito all'interno del Ssr e che certo sarà in grado di meglio finalizzare, coordinare, monitorare e valutare gli sforzi del Sistema verso l'eccellenza. E non da meno sarà significativa la parte che tale Azienda dovrà avere nella valorizzazione dei servizi condivisi, funzione che consente al Sistema di potenziare le sinergie, di evitare le duplicazioni di provvedimenti e procedure e di qualificare e rendere sostenibile la spesa.

Altro elemento di grande significato - ha proseguito Camber -, istituire, in luogo degli attuali 5 enti, 3 Aziende sanitarie e sanitarie universitarie che, in alleanza con gli istituti di ricovero e cura regionali Burlo e CRO, recuperino i percorsi virtuosi di area vasta realizzati negli anni passati dalla Regione, ricompongano l'omogeneità dei territori di riferimento (soprattutto per quanto riguarda i territori delle ex provincie di Udine e Gorizia) e comprendano al loro interno sia l'area territoriale sia quella ospedaliera. Impegno di ciascuna di queste aziende, infatti, sarà: - garantire una piena valorizzazione dell'area territoriale, preso atto della complessità e specificità dei servizi che fanno riferimento alla stessa (salute mentale, prevenzione, dipendenze, veterinaria, servizi di continuità assistenziale, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, disabilità, case di riposo, hospice, Rsa, rapporti con la sanità privata); - garantire una rete ospedaliera che, coordinata con i due Irccs regionali, consenta l'effettiva realizzazione del modello "hub and spoke", che si fonda su un tipo di organizzazione secondo il principio delle reti cliniche integrate e che, a sua volta, prevede l'affidamento della casistica più complessa, o che necessita di più complessi sistemi produttivi, in un numero limitato di centri (hub). Questo presuppone che l'attività degli hub sia fortemente integrata con quella dei centri ospedalieri periferici (spoke); - assicurare l'effettiva uniformità dei livelli di prestazione per tutto il territorio.

Realtà così complesse - è la riflessione di Camber - richiedono risposte articolate e che procedano per passi progressivi. Ecco che vi sono ulteriori elementi da considerare, per assicurare esiti positivi alla riforma: è impensabile mettere mano al Sistema sanitario senza la piena collaborazione delle autonomie e degli amministratori locali, senza una forte connessione con loro; investendo nel territorio si previene il ricorso inappropriato alle strutture sanitarie, per questo motivo la riforma della sanità non può prescindere da una riforma del sistema sociale e da una maggiore attenzione alle politiche di welfare community; rafforzare il rapporto con le Università; prevedere un significativo investimento in percorsi di formazione e partecipazione per gli amministratori locali, per l'alta direzione, per la dirigenza intermedia e per tutti gli operatori.

L'orizzonte a cui guardiamo - è stata la chiosa del relatore - deve avere il coraggio della lungimiranza e della trasparenza e deve aprire, per il Ssr, un tempo di rinnovamento e di ricerca dell'eccellenza che richiederà a ciascuna comunità e a ciascun attore la capacità di rinunciare a posizioni legate a interessi di settore, di parte o personali.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



Il consigliere regionale Camber (FI), relatore di maggioranza del ddl n. 27 (Assetto Servizio sanitario regionale) ph. ARC Montenero