Cr: ddl assetto Servizio sanitario, relatore di maggioranza Camber (2)
(ACON) Trieste, 5 dic - RCM - "Non abbiano ancora raccolto
risultati tali da consentirci di affermare che il Sistema sia
posto in sicurezza e sia in grado di mantenere, negli anni a
venire, quegli ottimali livelli di qualità che tutti ci
attendiamo".
Lo ha affermato all'Aula Piero Camber (FI), secondo relatore di
maggioranza del disegno di legge n. 27 sull'assetto istituzionale
e organizzativo del Servizio sanitario regionale (Ssr).
La proposta di revisione - ha detto ancora Camber, ricordando il
percorso di ascolto di tutti i portatori di interesse - concentra
la sua attenzione sul governo del Sistema, semplificandolo. Si
tratta di 18 articoli, suddivisi in quattro Capi: il Capo I
richiama l'oggetto e le finalità della legge, il Capo II
definisce l'assetto istituzionale del Ssr, il Capo III declina
l'assetto organizzativo e il Capo IV prevede le disposizioni
transitorie e finali.
Nel complesso - ha aggiunto -, il provvedimento segna l'inizio di
un percorso che dovrà sia porre mano alla razionalizzazione del
sistema normativo regionale dedicato alla sanità, semplificandolo
e ordinandolo in un testo unico, sia intervenire sul sistema
dell'offerta con puntuali provvedimenti di riqualificazione dei
servizi.
Tra gli elementi innovativi del ddl, Camber ha quindi citato il
rafforzamento della direzione Salute attraverso l'istituzione
dell'Azienda regionale di coordinamento per la salute e la
semplificazione del sistema delle Aziende sanitarie e sanitarie
universitarie regionali.
L'Agenzia regionale di coordinamento per la salute avrà, infatti
- ha spiegato il relatore -, un ruolo significativo nel
supportare la direzione centrale e le stesse Aziende sanitarie e
sanitarie universitarie nella definizione e realizzazione degli
obiettivi di governo in materia sanitaria e socio-sanitaria,
ruolo che negli ultimi anni si è significativamente affievolito
all'interno del Ssr e che certo sarà in grado di meglio
finalizzare, coordinare, monitorare e valutare gli sforzi del
Sistema verso l'eccellenza. E non da meno sarà significativa la
parte che tale Azienda dovrà avere nella valorizzazione dei
servizi condivisi, funzione che consente al Sistema di potenziare
le sinergie, di evitare le duplicazioni di provvedimenti e
procedure e di qualificare e rendere sostenibile la spesa.
Altro elemento di grande significato - ha proseguito Camber -,
istituire, in luogo degli attuali 5 enti, 3 Aziende sanitarie e
sanitarie universitarie che, in alleanza con gli istituti di
ricovero e cura regionali Burlo e CRO, recuperino i percorsi
virtuosi di area vasta realizzati negli anni passati dalla
Regione, ricompongano l'omogeneità dei territori di riferimento
(soprattutto per quanto riguarda i territori delle ex provincie
di Udine e Gorizia) e comprendano al loro interno sia l'area
territoriale sia quella ospedaliera. Impegno di ciascuna di
queste aziende, infatti, sarà:
- garantire una piena valorizzazione dell'area territoriale,
preso atto della complessità e specificità dei servizi che fanno
riferimento alla stessa (salute mentale, prevenzione, dipendenze,
veterinaria, servizi di continuità assistenziale, medici di
medicina generale, pediatri di libera scelta, disabilità, case di
riposo, hospice, Rsa, rapporti con la sanità privata);
- garantire una rete ospedaliera che, coordinata con i due Irccs
regionali, consenta l'effettiva realizzazione del modello "hub
and spoke", che si fonda su un tipo di organizzazione secondo il
principio delle reti cliniche integrate e che, a sua volta,
prevede l'affidamento della casistica più complessa, o che
necessita di più complessi sistemi produttivi, in un numero
limitato di centri (hub). Questo presuppone che l'attività degli
hub sia fortemente integrata con quella dei centri ospedalieri
periferici (spoke);
- assicurare l'effettiva uniformità dei livelli di prestazione
per tutto il territorio.
Realtà così complesse - è la riflessione di Camber - richiedono
risposte articolate e che procedano per passi progressivi. Ecco
che vi sono ulteriori elementi da considerare, per assicurare
esiti positivi alla riforma: è impensabile mettere mano al
Sistema sanitario senza la piena collaborazione delle autonomie e
degli amministratori locali, senza una forte connessione con
loro; investendo nel territorio si previene il ricorso
inappropriato alle strutture sanitarie, per questo motivo la
riforma della sanità non può prescindere da una riforma del
sistema sociale e da una maggiore attenzione alle politiche di
welfare community; rafforzare il rapporto con le Università;
prevedere un significativo investimento in percorsi di formazione
e partecipazione per gli amministratori locali, per l'alta
direzione, per la dirigenza intermedia e per tutti gli operatori.
L'orizzonte a cui guardiamo - è stata la chiosa del relatore -
deve avere il coraggio della lungimiranza e della trasparenza e
deve aprire, per il Ssr, un tempo di rinnovamento e di ricerca
dell'eccellenza che richiederà a ciascuna comunità e a ciascun
attore la capacità di rinunciare a posizioni legate a interessi
di settore, di parte o personali.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)