Cr: un minuto di silenzio per i diritti umani ancora disattesi (1)
(ACON) Trieste, 14 dic - RCM - Su invito del presidente Piero
Mauro Zanin, il Consiglio regionale ha aperto la quarta e ultima
seduta per l'approvazione degli strumenti di bilancio dedicando
un minuto di silenzio a tutti quei diritti che "purtroppo,
sebbene sia stata proclamata la Dichiarazione universale dei
diritti dell'uomo, ancora oggi non sono rispettati.
"Il 6 gennaio 1941 - ha ricordato Zanin in Aula - il presidente
degli Stati uniti Roosevelt si rivolse alla nazione sottolineando
quali dovevano essere, in un mondo devastato dalla guerra, le
finalità che gli Usa avrebbero dovuto perseguire. Era il celebre
discorso delle Four Freedoms: libertà di parola e di espressione,
libertà di culto, libertà dal bisogno e libertà dalla paura.
"Il 10 dicembre 1948, pochi anni dopo la fine del Secondo
conflitto mondiale e la tragedia dell'Olocausto, l'Assemblea
generale delle Nazioni unite proclamò la Dichiarazione universale
dei diritti dell'uomo, costruita partendo proprio dalle Quattro
Libertà di Roosevelt e tradotta - come mai prima altro documento
- in 500 lingue".
Il presidente Zanin ha quindi fatto presente che, due anni dopo,
l'Assemblea dell'Onu approvò la Risoluzione 423 con la quale si
invitano tutti gli Stati membri e tutte le Organizzazioni
coinvolte a celebrare, il 10 dicembre di ogni anno, la "Giornata
mondiale dei diritti umani". E ha sottolineato i principi
fondamentali sanciti nei primi due articoli della Dichiarazione
universale: tutti gli esseri umani nascono liberi e uguali in
dignità e diritti; a ogni individuo spettano tutti i diritti e le
libertà enunciate nella Dichiarazione, senza distinzione alcuna
di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione politica,
origine, ricchezza, nascita o altra condizione.
"Se è vero che nel corso di quasi 70 anni la Comunità
internazionale ha raggiunto risultati importanti nella tutela dei
diritti fondamentali dell'uomo - ha aggiunto Zanin -, va
riconosciuto che numerosi Paesi devono ancora costruire solide
istituzioni politiche e rappresentative, e adottare sistemi
giuridici ed economici capaci di garantire alle persone di vivere
con dignità.
"Ancora oggi dobbiamo affrontare questioni allarmanti come il
terrorismo, le contrapposizioni etniche e religiose, le
restrizioni al diritto di espressione e di associazione, le
limitazioni ai diritti dei lavoratori e la minaccia alla privacy
in un mondo sempre più digitalizzato. Possiamo però essere
orgogliosi del fatto che l'Italia, ammessa all'Onu nel 1955, sia
stato uno dei Paesi che ha rispettato e tutelato con maggior
impegno i principi e i valori contenuti nella Dichiarazione, che
sono anche parte fondante della nostra Carta costituzionale e, lo
dico con orgoglio - ha sottolineato il presidente - dello Statuto
di autonomia della nostra Regione, il Friuli Venezia Giulia.
"Così come dobbiamo essere fieri dell'apporto dell'Italia
all'impegno incessante delle Nazioni unite per i diritti umani,
nei quali rientrano anche il contrasto alla povertà, la difesa
dei più deboli e la tutela dell'ambiente, sempre più minacciato
dai cambiamenti climatici, determinanti nel generare instabilità,
conflitti, fuga da carestie e disperazione. Sono valori
universali - ha rimarcato Zanin - che devono trasmettere a
livello globale sostegno e protezione. Le democrazie avanzate e
le Nazioni unite hanno un ruolo fondamentale nel costruire una
base comune di solidarietà, cooperazione e sviluppo, rispetto dei
diritti umani: in questo senso, anche l'economia mondiale
dovrebbe essere auspicabilmente finalizzata al raggiungimento del
bene comune per la maggioranza delle persone e non alla ricerca
del massimo profitto.
"Colleghe e colleghi - ha chiosato il presidente -, solidarietà,
giustizia e libertà prevengono la violenza e mantengono la pace.
Gli elementi centrali della cooperazione e dello sviluppo sono il
rispetto dei diritti umani e Stati di diritto imparziali, tesi a
risolvere i conflitti e le controversie internazionali. Non
dovrebbe essere necessario ricordare che la ricerca della pace e
del dialogo tra i popoli non è un dovere esclusivo degli Stati e
della Comunità internazionale, ma un impegno quotidiano che tocca
a ciascuno di noi e che abbiamo l'obbligo di custodire".
Al termine del discorso, tutta l'Aula si è alzata in piedi per un
rispettoso minuto di silenzio.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it)