Cr: ddl 32 riforma Regione/Autonomie locali, relatore Iacop (3)
(ACON) Trieste, 18 dic - MPB - "Con questo disegno di legge la
Giunta regionale si toglie la maschera dietro la quale aveva
recitato in questi mesi il mantra dell'ascolto e quello delle
riforme concertate; di riforme, per il momento, non se ne vedono
e forse si può pensare a un traguardo annunciato a fine 2019, ma
intanto si completa la demolizione delle Unioni territoriali
intercomunali-UTI (anche con il combinato disposto della recente
manovra di bilancio) e del sistema delle collaborazioni
intercomunali ex LR 26/2014".
Franco Iacop, primo relatore di minoranza, evidenzia come la
Giunta regionale così rinunci alla competenza primaria di
indirizzo e guida del sistema delle Autonomie Locali assegnata
alla Regione Friuli sin dall'approvazione della legge
costituzionale n. 2 del 1993. Infatti - avverte Iacop - d'ora in
poi si applicherà in via residuale la normativa nazionale del
decreto legge 78/2010, venendo meno gli indirizzi che orientavano
il sistema dei Comuni anche nell'esercizio delle funzioni
complesse e strategiche. Con la presunta concessione di libertà
assoluta si precostituiscono le condizioni per il potenziale
disordinato sistema di convenzioni tra Comuni. Questo significa
retrocedere nella visione e nella opportunità che la Regione ha
nell'ordinare il proprio modello istituzionale.
Da una mera azione che doveva rimediare alle "ingiustizie" subite
dai Comuni non entrati nelle UTI, siamo passati ad una strategia
che alla fine penalizza quei Comuni che avevano, non senza
difficoltà, aderito al tracciato di collaborazione istituzionale
delle UTI nella ricerca di percorsi concertativi e associativi
che portassero a un sistema integrato, titolare anche delle
funzioni complesse. L'esito dell'ultima concertazione
Regioni-Enti locali, sigillato dalla manovra di bilancio, lo
testimonia apertamente e la riscrittura dell'Intesa per lo
sviluppo che questo disegno di legge prevede, stravolgendo
l'articolo 7 della l.r 18/2015,consoliderà ancora più
platealmente la discriminazione versus le UTI.
Viene rideclinata anche la governance dei servizi socio
assistenziali, riattivando la LR 6/2006, per cui l'organizzazione
socio-assistenziale di ambito, non più di competenza delle UTI,
torna in capo alla Direzione Sanità.
Per Iacop, azzerare ogni indicazione strategica sulla
collaborazione fra gli Enti locali, togliendo anche le poste sui
processi ordinati di aggregazione, mette tutto il sistema nella
condizione di poter soddisfare alle esigenze associative nei
termini più casuali.
Questo è un vulnus che non possiamo accettare, assieme
all'applicazione della deroga nazionale disposta dal decreto
legge 78/2010: è il primo caso in questa Regione di rinuncia alla
competenza primaria in materia di enti locali ed è la chiara
dimostrazione dell'assenza di visione strategica sull'intero
sistema regionale delle autonomie locali.
Ciò riporta la nostra Regione a una condizione di preistoria
istituzionale; la casualità e la frammentarietà dell'azione
associativa renderà difficile riavviare i percorsi di coesione
territoriale promossi da tutte le Amministrazioni regionali
succedutesi dopo il riconoscimento della competenza primaria in
materia di ordinamento degli enti locali. Grazie a quei percorsi
il sistema dei Comuni era stato riconosciuto titolare di funzioni
di amministrazione diretta ma anche di politiche di
pianificazione e sviluppo strategico in dimensione adeguata.
Ragionevolmente si può ritenere che questo ddl anticipi la
reintroduzione di forme di enti intermedi di area vasta ai quali,
evidentemente, riservare la competenza di decisioni di politiche
strategiche sovracomunali, per cui i Comuni non sarebbero più i
protagonisti delle scelte di pianificazione dello sviluppo
integrato del loro territorio: lo sarebbe - conclude Iacop - un
altro soggetto istituzionale del quale la Giunta regionale ha già
declamato l'assoluta irrinunciabilità, senza la necessità -
questa volta - di ascoltare.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)