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Cr: ddl 32 riforma Regione/Autonomie locali, relatore Honsell (5)

18.12.2018
12:47
(ACON) Trieste, 18 dic - RCM - "Con l'approvazione di questa legge, assisteremo impotenti a un'altra demolizione. Non certamente alle premesse di una riforma e nemmeno, come viene millantato, a una modifica della legislazione pre-esistente, bensì a un ulteriore passaggio di quella ineffabile opera di sfascio, da parte dell'attuale Giunta, delle parti più innovative dell'impianto legislativo di questa Regione, senza che siano state pienamente comprese".

E' questo il primo commento di Furio Honsell (Open-Sinistra FVG) da relatore di minoranza al disegno di legge n. 32 con cui si intende modificare la legge regionale 26/2014 (Riordino del sistema Regione/Autonomie locali in Friuli Venezia Giulia. Ordinamento delle Unioni territoriali intercomunali e riallocazione di funzioni amministrative) e la Lr 6/2006 (Sistema integrato di interventi e servizi per la promozione e la tutela dei diritti di cittadinanza sociale).

L'accusa di Honsell è soprattutto che "non viene proposta un'alternativa all'organizzazione sovracomunale, né si cancella la legge così odiata - la 26/2014 -, ma le si crea un contesto nel quale possa incancrenirsi. Il disegno di legge n. 32 toglie alle Uti il ruolo strategico di interlocutore nell'intesa con la Regione, ovvero di filtro dei campanilismi; concede ai Comuni la possibilità di sfilarsi, anzi li incentiva a farlo, premiando coloro che non ne hanno fatto parte, come abbiamo visto nei riparti approvati dalla legge di Stabilità, ma mantiene, per così dire in rianimazione le Uti, confermandole nella responsabilità di funzioni molto delicate e importanti quali l'edilizia scolastica, che la Giunta non ha saputo gestire altrimenti, senza però assegnare loro il personale per svolgere tali funzioni con le forze a loro dedicate quando esistevano le Province.

"L'effetto, direi lo scopo, - precisa il relatore - sarà dunque quello di trovare, a spese dei nostri studenti, ancora nuove colpe e fallimenti delle Uti, così da continuare a demonizzare con motivazioni fresche l'innovazione legislativa della Giunta precedente.

"Che le Unioni necessitassero di manutenzione come tutte le innovazioni coraggiose ma indispensabili, era questione evidente - è la riflessione di Honsell -, ma ciò andava fatto solamente dopo adeguata sperimentazione. Sembra che la Giunta non si renda conto che il loro sgretolamento, condannando la Regione al ritorno alla governance polverizzata dei Comuni, è dannosa per tutti: non darà risposte al bisogno di riforma degli enti locali che da decenni viene richiesta a gran voce in Regione senza distinzione di partito e ritarderà l'improcrastinabile programmazione multilivello e intercomunale.

"Senza un ragionamento integrato di area vasta, ma non di area vasta come quella provinciale - ammonisce il consigliere di opposizione -, misure quali quelle sulla mobilità sostenibile, sul rumore, sulla qualità dell'aria non possono essere nemmeno inquadrate, figuriamoci se possono essere governate. L'assenza di qualsiasi progettazione sovracomunale nella pianificazione territoriale è dannosa anche per le attività produttive, e costringe qualsiasi intrapresa economica a navigare tra una pluralità di idiosincrasie peculiari ai diversi enti locali.

"Questo provvedimento prevede sì una 'concertazione' (da notare che nemmeno dal punto di vista lessicale questa Giunta ha voluto mantenere quanto la legge precedente chiamava 'intesa'), ma perpetuando l'handicap che ha gravemente penalizzato nella storia questa Regione: la frammentazione, ovvero i campanili".

E per Honsell "la confusione di idee si evidenzia anche dal fatto che sono stati istituite le poste finanziarie prima che si siano discussi i progetti di fattibilità. Il disegno di legge indebolirà la Regione soprattutto sul piano programmatico. La capacità di spesa degli enti locali è diminuita drammaticamente a causa della carenza di personale, anche perché a essi vengono attribuiti in ogni occasione altri compiti dalla Regione, e questo volume di finanziamento non si vede come potrà essere mantenuto negli anni. Sarebbe importante valutare quante di queste risorse saranno effettivamente spese tra un anno".

Ecco, allora, che "piuttosto che abolire l'obbligo di strutturare la pianificazione territoriale attraverso le Uti, altre sarebbero dovute essere le riforme di sistema. Manca completamente qualunque tentativo di affrontare la vera crisi degli enti locali, che è stata la principale difficoltà per le Unioni, ovvero la mancanza di personale. Nel Capo II del ddl 32, si cerca di raccordare il meccanismo della concertazione, ma non ne valeva la pena se si intende cambiare ancora tutto tra un anno. Nel Capo III, assistiamo alla conseguente retrodatazione dei meccanismi di gestione degli ambiti socioassistenziali al periodo pre-Uti: qui non si è nemmeno accennato ai suoi compiti, ma solamente ai suoi aspetti organizzativi.

"Nell'introduzione dell'Assemblea dei sindaci, si rischia di azzerare i regolamenti di funzionamento che vigevano in passato, senza chiarire i meccanismi di governance di aspetti così cruciali, se non lasciandoli alla decisione di una maggioranza semplice. Se non verrà accolto almeno l'emendamento che proporremo su questo punto, sono seriamente preoccupato del funzionamento dei servizi sociali proprio nella aree più urbanizzate, che storicamente sono quelle che presentano le maggiori criticità dal punto di vista socioeconomico".

Honsell è, poi, passato a delle osservazioni sull'articolato del ddl 32, a cominciare dalle modifiche all'articolo 6 della Lr 26/2014 contenute nell'articolo 1 del provvedimento in esame: "Il fatto stesso che si debba comunque ricorrere a una norma statale, perché gestioni associate e integrate sono comunque indispensabili per la funzionalità dei piccoli Comuni - è la sua riflessione -, sta a indicare che questa legge di deregulation alla fine abdica qualsiasi autonomia legislativa della Regione FVG. Inoltre, ogni 'Uti-exit' non andrebbe intrapresa senza ascoltare l'opinione dei cittadini; si verifichi se davvero vogliono tornare indietro.

"Articolo 2 del ddl 32: se vengono mantenute le Unioni per la gestione dell'edilizia scolastica, allora il personale che prima lavorava presso la Provincia va comandato presso tali Unioni. Mantenendo scollato il dimensionamento scolastico con l'edilizia, si provocheranno inoltre ulteriori problemi al nostro eccellente sistema scolastico e di conseguenza ai nostri giovani.

"Per l'articolo 9 del ddl 32, che conferma e disciplina l'importante principio della concertazione, o equivalentemente dell'intesa, si ritiene opportuno ribadire che l'interlocuzione vada filtrata attraverso un coordinamento sovracomunale. Altrimenti la sua azione rischia di essere totalmente inefficace, se non addirittura contraddittoria.

"L'articolo 12 del ddl 32, sulle norme transitorie, non conferma tutti i progetti che erano stati definiti dalle precedenti intese. Vedo questo come un grave danno al principio della continuità amministrativa che comprometterà quanto di buono era stato fatto.

"Gli articoli del Capo III del ddl 32 costituiscono essenzialmente un ritorno alla situazione formalmente pre-Uti, che però era quella che sostanzialmente era anche in vigore nel periodo di funzionamento delle Uti. Inoltre, è curioso che all'Assemblea dei sindaci del Servizio sociale dei Comuni venga dapprima attribuito il compito di promuovere l'istituzione di una Convenzione che disciplina il Servizio sociale dei Comuni e in un articolo successivo venga istituita l'Assemblea stessa. Forse questa è la prova che tali organismi esistevano già prima come entità. Come già indicato, vi sono seri rischi sul meccanismo di funzionamento di questa Assemblea.

"Invito pertanto la Giunta regionale - è la chiosa di Honsell - a considerare le proposte che delineerò negli emendamenti".

A seguire, il presidente Zanin ha dato il via al dibattito generale sul provvedimento.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



Il relatore di minoranza Furio Honsell (OpenFVG) (foto Arc/GM)