Lega: Bordin, su enti locali riforma necessaria
(ACON) Trieste, 18 dic - COM/CMC - "Abbiamo affrontato parte
dei problemi che gravano sugli enti locali perché la situazione è
veramente difficile. Il sistema ereditato è al limite del
collasso e rischia di implodere per una serie di scelte del
passato, non solo regionali, ma anche nazionali".
Si è espresso così il capogruppo della Lega, Mauro Bordin,
durante la discussione in Aula sul disegno di legge 32, riforma
degli enti locali, complimentandosi con l'assessore Roberti per
essere riuscito in pochi mesi ad affrontare un buona parte dei
problemi che gravano sugli enti locali, ascoltando i vari
soggetti interessati.
"Riteniamo che le Unioni Territoriali Intercomunali - ha aggiunto
Bordin - non siano la risposta che cittadini e amministratori
vogliono. Ci sono esempi di Uti, cui hanno aderito tutti i Comuni
del territorio, che ugualmente faticano ad affrontare la
quotidianità e dove sono state avviate solo alcune funzioni. Sono
i sindaci stessi che ci chiedono di cambiare superando una
riforma che ha chiaramente fallito, basti pensare ai primi
cittadini che svolgono nei loro Comuni anche le funzioni di
ragionieri e di funzionari di anagrafe per sopperire alla
mancanza di personale. La situazione in essere è ben lontana
dalle richieste di efficienza dei cittadini.
"La legge 26 non ha risolto le criticità del sistema, ma le ha
accresciute, appesantendo la burocrazia regionale che è arrivata
a 3.800 dipendenti, una sproporzione rispetto alle altre regioni
- ha detto l'esponente della maggioranza-, mentre i Comuni si
sono ulteriormente svuotati di competenze. La nostra mission è
quella di invertire questa tendenza, con un nuovo assetto
territoriale che miri ad efficienza e semplificazione. La volontà
della maggioranza è di smagrire la Regione devolvendo competenze
ai nuovi enti intermedi più vicini al territorio, ai Comuni e ai
cittadini e quindi alle loro necessità.
"Il modello organizzativo rappresentato dalle Unioni Territoriali
- ha aggiunto il consigliere - non è adatto, né tanto meno
idoneo, prima di tutto secondo il giudizio della maggior parte
degli amministratori e il documento stesso con cui è intervenuto
l'Anci, apre chiaramente a un percorso di condivisione con la
Regione per costruire un nuovo assetto.
"Le geografia e le nuove competenze e funzioni delle future aree
vaste, saranno decise dalla Regione assieme agli enti locali,
senza fughe in avanti. La responsabilità che ci è stata data è
quella di costruire un modello organizzativo - ha concluso Bordin
- che salvi i nostri comuni ormai al collasso".