III Comm: approvata pdl nazionale malattie croniche e invalidanti
(ACON) Trieste, 22 gen - RCM - Unanimità della III Commissione
consiliare (presidente Ivo Moras della Lega) per la proposta di
legge nazionale n. 3, composta da un unico articolo tramite il
quale la fibromialgia, l'encefalomielite mialgica benigna e la
sensibilità chimica multipla sono riconosciute malattie croniche
e invalidanti, che danno diritto all'esenzione dalla
partecipazione alla spesa per le correlate prestazioni sanitarie,
individuate nel regolamento di cui al decreto ministeriale n. 329
del 1999.
Anche questa volta il progetto è firmato Mara Piccin (FI): la
consigliera era già riuscita a ottenere il placet dell'Aula per
il medesimo riconoscimento la scorsa legislatura, a febbraio
2017, e a inviare il testo al Parlamento, che però fu sciolto da
lì a poco.
A sottoscrivere il nuovo testo, anche consiglieri di FI,
Cittadini, FdI/An, Progetto FVG, Lega. Relatrici per l'Aula
saranno la stessa Piccin e Simona Liguori (Citt) tra i firmatari
del progetto.
La situazione attuale - ha spiegato la consigliera azzurra -
rappresenta un pregiudizio del diritto alla salute dei cittadini
in quanto dispongono, per ora, di trattamenti differenziati tra
Regione e Regione: nelle Provincie Autonome di Bolzano e Trento è
stata riconosciuta l'esenzione dalla compartecipazione alla spesa
sanitaria; in Valle d'Aosta e Veneto la fibromialgia è stata
riconosciuta come patologia, senza prevedere l'esenzione; in
Lombardia, Piemonte e Toscana è stata approvata dai rispettivi
Consigli regionali una mozione che impegna la Giunta al
riconoscimento della fibromialgia tra le malattie croniche e
invalidanti; in Emilia-Romagna sono stati realizzati alcuni
progetti sperimentali (attività fisica e agopuntura) per il
trattamento delle persone affette da fibromialgia; in Friuli
Venezia Giulia, è stato istituito con legge (la n. 13 del 2017)
il registro regionale della fibromialgia, per la raccolta e
l'analisi dei dati clinici riferiti alla malattia, che
rappresenta statisticamente l'incidenza della malattia sul
territorio regionale.
In considerazione della frammentarietà della normativa vigente a
livello regionale - ha fatto presente la Piccin -, si rende
necessario e urgente un intervento legislativo unitario a livello
nazionale, volto a riconoscere a tali patologie in modo omogeneo
sull'intero territorio del Paese lo status di malattie
invalidanti, assicurando così ai soggetti che ne sono affetti
l'esenzione dalla compartecipazione alle spese sanitarie, dando
effettivo seguito alle raccomandazioni dell'Organizzazione
mondiale della sanità (Oms).
Voto unanime, dunque, perché tutti d'accordo sulla gravità di
tali malattie e sulla necessità di dover intervenire, ma non sono
mancate alcune richieste: da parte di Mariagrazia Santoro (Pd),
riflettere su come potersi muovere in maniera generale e
autonoma, senza attendere le sollecitazioni da singole
segnalazioni; per la Liguori, poter avere una fotografia della
situazione regionale, conoscere la portata del problema in FVG
per un registro di coloro che avranno diritto all'esenzione; per
Piero Camber (FI), anch'egli tra i sottoscrittori il
provvedimento, spingere per un inserimento delle persone affette
da fibromialgia tra coloro che hanno diritto ai Lea (Livelli
essenziali di assistenza, sono le prestazioni e i servizi che il
Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i
cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota),
ottenendo dunque un ampliamento del relativo elenco; da parte di
Andrea Ussai (M5S) verificare a che punto è l'applicazione della
legge regionale 13/2017 e se necessita di integrazioni, ferma
restando l'azione a livello nazionale; per Furio Honsell
(Open-Sinistra FVG), capire se c'è la possibilità di un iter più
snello, ma anche più generale, di riconoscimento di malattia
invalidante per quelle patologie che ancora non sono state
riconosciute tali, perché è un buon progetto di legge ma molto
puntuale.
Collaborazione piena è arrivata dall'assessore alla Salute,
Riccardo Riccardi, che ha però ricordato che i Lea li definisce
lo Stato, non la Regione.
(foto; immagini alle tv)