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Cr: relazione su tipologia coperture finanziarie leggi del 2017 (9)

31.01.2019
16:15
(ACON) Trieste, 31 gen - RCM - L'Aula si è espressa con favore unanime in merito alla relazione presentata da Alessandro Basso (FdI/An) sul documento della Sezione di controllo regionale della Corte dei Conti, relativamente alla tipologia delle coperture finanziarie adottate nelle leggi regionali approvate nel 2017 dalla Regione e sulle tecniche di quantificazione degli oneri,

La Corte - ha reso noto Basso -, per quanto riguarda i risultati complessivi del controllo sulle coperture finanziarie delle leggi approvate dalla Regione nel 2017, ha dato atto che "gli esiti della verifica depongono per un miglioramento degli strumenti informativi, relazioni tecnico-finanziarie e relative linee guida. Ciononostante, ha evidenziato risultanze non del tutto positive in merito ad aspetti procedimentali, tra cui i casi in cui la relazione tecnico-finanziaria è assente e quelli in cui non sono adeguatamente esplicitati i criteri di quantificazione degli oneri finanziari derivanti dalle leggi di spesa.

La Corte ha poi evidenziato come, a fronte dell'entrata in vigore della "contabilità armonizzata", con una conseguente maggiore difficoltà nella verifica di un'adeguata copertura delle leggi di spesa, le relazioni tecnico-finanziarie abbiano avuto un fondamentale ruolo di raccordo contabile tra l'attività di indirizzo, che afferisce all'individuazione e alla quantificazione delle risorse al livello delle missioni, programmi e titoli, e l'attività di gestione, che riguarda l'attuazione o la variazione delle decisioni politiche a livello amministrativo e contabile, e che avviene ad opera della struttura amministrativa regionale, al livello dei capitoli di spesa.

Sul tema specifico delle relazioni tecnico-finanziarie, la Corte - così ancora Basso - ha ripercorso le fasi che hanno portato all'adozione di un primo modello di relazione tecnico-finanziaria, in uso dal primo ottobre 2014, e successivamente a un perfezionamento del modello, avvenuto con risultati lusinghieri, a giudizio della Corte, tra ottobre 2017 e gennaio 2018, in conseguenza dell'intesa tra Giunta e Consiglio con cui sono stati adottati due nuovi modelli in sostituzione di quello esistente, che si applicano a tutti i progetti di legge regionali e agli emendamenti, con l'unica eccezione della legge di stabilità e dei disegni di legge relativi al bilancio, per i quali si continua ad applicare un modello di relazione tecnico-finanziaria semplificata.

La Corte ha evidenziato altresì l'importanza di un altro strumento di cognizione e valutazione delle nuove leggi, introdotto nell'esercizio 2015, che prevede l'adozione di una scheda, suddivisa in tre sezioni, attraverso la quale gli uffici della Giunta regionale provvedono all'analisi tecnico-normativa del disegno di legge.

Sul fronte delle criticità evidenziate dalla Corte, il consigliere ha citato il fatto che il 70% delle leggi di spesa promulgate hanno trovato copertura attraverso il ricorso a nuove o maggiori entrate; le restanti coperture sono state realizzate attraverso storni o rimodulazioni di fondi da precedenti autorizzazioni di spesa. A un'approfondita analisi, è tuttavia risultato che il 97% delle maggiori entrate si riferisce a un'unica operazione, riguardante la permuta di azioni di società partecipate, che finanziariamente è a saldo zero. Sono state, inoltre, rilevate talune distorsioni per le quali alcune effettive rimodulazioni sono state qualificate nel testo legislativo come "storni" o "prelevamenti", mentre alcuni storni sono stati identificati impropriamente come "rimodulazioni" nel dispositivo della legge. All'uso improprio della terminologia, si aggiungerebbe la circostanza per cui le coperture indicate nelle relazioni tecnico-finanziarie talvolta non coincidono con quelle a cui il legislatore fa effettivamente riferimento.

La Corte ha aggiunto una problematica di carattere sostanziale, riferita all'articolo 35 della legge regionale 28/2017 in materia di risorse agricole, forestali e ittiche e di attività venatoria. La norma autorizza la spesa di 273.000 euro, ma non esplicita le modalità di copertura, pur dandone adeguato riscontro nelle variazioni contabili al bilancio 2017-2019, collegate alla legge 28/2017.

In aggiunta a quanto sopra già evidenziato, gli esiti del controllo hanno attestato delle carenze in merito alla rappresentazione contabile dei prelievi da fondo globale, oltre alla previsione di spese di natura non obbligatoria che trovano coperture a mezzo storno dal fondo per le spese obbligatorie. In merito a tale ultima criticità, la Corte non ha condiviso le argomentazioni regionali che si sono appellate, da un lato all'elasticità del fondo e dall'altro alla circostanza che gli storni vengono disposti su base di atti aventi forza di legge, come tali idonei ad incidere sulle disposizioni della legge di contabilità regionale.

Le risultanze della gestione 2017 - ha aggiunto Basso - hanno evidenziato cinque leggi con cui sono stati riconosciuti debiti fuori bilancio, per un importo superiore ai 2 milioni di euro. Su questo punto, la Corte dei conti ha rilevato l'inefficacia del controllo interno di regolarità contabile e ha imposto un'attenta riflessione su tale tipologia di controlli interni per non oltrepassare i imiti della spesa autorizzata.

Particolare attenzione è stata riservata alle disposizioni di legge regionale che hanno insufficientemente provveduto alla quantificazione degli oneri afferenti il finanziamento del contratto collettivo di lavoro del comparto unico del personale regionale e comunale 2016-2018. Si è trattato, secondo la Corte, di un'impropria esplicazione della funzione legislativa, avvenuta esclusivamente per il tramite di alcune enunciazioni di valori contabili aventi per oggetto il finanziamento del nuovo Ccrl, nell'ambito di una tabella allegata alla legge, in assenza di una norma sostanziale che da un lato provvedesse all'integrazione finanziaria del Fondo regionale del comparto unico e dall'altro al trasferimento di risorse ai Comuni per la parte dei costi contrattuali in capo alla Regione. Si è trattato di una copertura finanziaria di una spesa non validamente assunta e autorizzata in sede legislativa. Tale criticità è stata poi superata dalla legge regionale 20/2018 (Assestamento del bilancio per gli anni 2018-2020), che ha previsto l'autorizzazione di spesa per il rinnovo del contratto collettivo del comparto unico.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



I consiglieri regionali di FdI/An, Claudio Giacomelli e Alessandro Basso (foto Acon/RCM)