M5S: Ussai e Sergo, no a discriminazioni nel sostegno alla natalità
(ACON) Trieste, 31 gen - COM/MPB - Il Gruppo consiliare del
Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto sulla mozione
relativa a "Rimozione alle cause di ordine economico e sociale
all'aborto e sostegno alla maternità in applicazione della legge
22 maggio 1978, n. 194".
L'Aula ha approvato un emendamento del Gruppo pentastellato che
elimina la previsione secondo cui il sostegno alla natalità e
maternità a favore delle donne disoccupate o in grave difficoltà
economica avrebbe riguardato soltanto le cittadine italiane e
comunitarie. Lo stesso emendamento, inoltre, indica la necessità
di informare la Commissione consiliare competente in merito
all'applicazione della legge 194 in Friuli Venezia Giulia.
"Tuttavia riteniamo grave il mancato accoglimento del
subemendamento che ribadiva l'impegno alla piena attuazione della
legge 194 - afferma il consigliere Cristian Sergo -. Una
bocciatura che svela l'intento strumentale della mozione, la
quale avrebbe meritato maggiore condivisione vista l'importanza e
la delicatezza del tema trattato".
"La mozione originariamente era del tutto irricevibile - spiega
Andrea Ussai - in quanto la difesa della vita e il sostegno alla
natalità sono principi condivisibili da tutti ma farlo soltanto
per i cittadini italiani e comunitari racchiude un'ideologia
chiara e intollerabile".
Nel testo inoltre, sempre sulla base dell'emendamento, è stata
riscritta la premessa relativa ai dati sull'aborto in Italia: "Se
è vero che nel 2016 i casi di interruzione di gravidanza sono
stati 84.926, bisogna però sottolineare che rispetto all'anno
precedente c'è stata una riduzione del 3,1%, stando alla
relazione elaborata dal Ministero della Salute" - precisa Ussai.
"Con il nostro emendamento - conclude il consigliere del
Movimento - abbiamo comunque reso più accettabile la mozione. La
denatalità è senza dubbio un problema cruciale del nostro Paese
ma va affrontata senza preconcetti ideologici. Basti pensare che
un terzo degli aborti riguarda donne straniere e che le
interruzioni di gravidanza sono in crescita tra le ragazzi
comprese tra i 15 e i 20 anni. Serve quindi, soprattutto verso
queste categorie di donne, un impegno di educazione e
informazione".