Cr: celebrazione Giorno del Ricordo,testimonianza di Erminia Dionis(3)
(ACON) Trieste, 1 feb - MPB - L'esule Erminia Dionis Bernobi,
ha raccontato all'Aula la sua vicenda di italiana nata nel 1931 a
Santa Domenica di Visinada d'Istria, nella provincia di Pola, e
dal 1946 residente a Trieste, "città che mi ha accolto e che amo
con tutto il mio cuore", ha detto, dove ha imparato il mestiere
di sarta.
"Il mio arrivo a Trieste è stato a dir poco drammatico, dopo una
fuga rocambolesca dal mio paese natale, di notte attraverso i
boschi, perchè la mia storia si intreccia alla storia con la S
maiuscola. La mia terra d'Istria infatti in quegli anni ha
vissuto una tirannia terribile sotto i partigiani slavocomunisti
di Tito in cui dominavano ingiustizie, prevaricazioni, soprusi e
violenze di ogni tipo soprattutto ai danni degli italiani.
Rimasta orfana del padre all'età di 6 anni, con tre sorelle e
mamma impiegata come bidella, imparai presto a essere utile in
casa e da adolescente cercai di dare un piccolo contributo al
bilancio familiare affiancando in bottega, dopo la scuola, il
sarto da uomo del paese.
"Fu proprio là che venni a sentire, per caso dalla voce di un
cliente per sua ammissione del suo coinvolgimento ai fatti
delittuosi che avevano portato alla morte della compaesana Norma
Cossetto nel 1943. Sconvolta per le terribili parole udite e
memore della tragedia che aveva colpito la famiglia amica e
vicina di casa dei Cossetto, ebbi una reazione indignata
insultando il malfattore e correndo via dal negozio per trovare
rifugio a casa mia.
"La notte stessa, era il 24 agosto del '46, su consiglio del
sarto che aveva assistito impotente all mia reazione di rabbia,
fui accompagnata lontano da casa, al sicuro da eventuali minacce,
ritorsioni e vendette nei miei confronti e verso la mia famiglia.
"Lasciai con tanta paura e il cuore a pezzi il mio amatissimo
paese ma soprattutto la mia adorata mamma (che mi avrebbe
raggiunta a Trieste sei anni dopo) che, tra le lacrime, mi fece
giurare il silenzio sulla vicenda. Solo tantissimi anni dopo -
ben 25 - ne parlai per la prima volta, a fatica, e da quel
momento non ho più smesso di raccontare la mia testimonianza su
uno degli episodi più tragici che hanno insanguinato l'Istria
sotto il dominio jugoslavo: il martirio di Norma Cossetto,
trucidata barbaramente e infoibata per non aver tradito i suoi
principi e valori ed essere rimasta fedele alla sua identità
italiana".
Erminia Dionis, oltre a ricostruire dettagliamente la fuga e i
sentimenti di paura vissuti, ha anche raccontato le difficoltà
incontrate all'inizio nella nuova vita a Trieste presso una zia,
per la sua condizione di apolide per oltre due anni e, alla fine,
chiedendosi come sia possibile oggi che qualcuno possa negare le
foibe, ha sottolineato l'importanza che a scuola si insegni
correttamente la verità storica.
"Aver inaugurato questa stagione delle testimonianze - ha
concluso Zanin consegnando a Erminia Dionis Bernobi il sigillo
del Consiglio regionale - ci aiuterà ad assumerci fin in fondo la
responsabilità della nostra storia storia, sia di quella positiva
che di quella negativa. Perchè anche grazie al contributo di
questi testimoni la comunità regionale sia cosciente del lavoro
che ancora dobbiamo compiere".
Infine l'Aula ha osservato un minuto di silenzio.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)