Cr: ddl 37 diritto allo studio, relatrice di minoranza Da Giau (6)
(ACON) Trieste, 1 feb - RCM - Il disegno di legge n. 37 sul
diritto allo studio arriva in Aula con incomprensibili (e non
spiegate) finalità e urgenza, dopo audizioni dove sono mancati
alcuni degli interlocutori principali, ma soprattutto arriva
scarico di veri contenuti di merito.
La considerazione è della relatrice di minoranza, Chiara Da Giau
(Pd), a detta della quale l'impianto della legge regionale
13/2018 rimane fortunatamente in larga parte salvaguardato,
mentre si affacciano aggiustamenti lessicali e presunte
semplificazioni a cui si dà poco peso, oltre ad alcune
innovazioni descritte in modo poco chiaro e dagli impatti da
verificare.
Entrando, dunque, nel merito dei contenuti dell'iniziativa
legislativa in discussione, la Da Giau ha sottolineato che le
integrazioni alle finalità della Lr 13/2018 sono scritte in modo
generale e ovvio, non facendo comprendere in modo chiaro verso
che cosa si indirizzi precisamente l'azione della Regione; la
semplificazione rispetto alle domande di contributo dei libri in
comodato, data come facoltà alle scuole, non pare significativa,
mentre era opportuna una verifica più approfondita
dell'intervento; l'introduzione, nella L.r. 13, degli interventi
per le scuole in ospedale e la didattica a domicilio (già votati
da quest'Aula nel contesto di norme di bilancio) è opportuna, ma
la portata di tale iniziativa potrebbe essere meglio tarata in
considerazione degli obblighi già previsti dalla legge nazionale
e di ciò che invece ancora manca; l'individuazione di soggetti
(Coni, Insiel, Informest) a supporto delle iniziative formative
delle scuole deve trovare una conferma concreta di efficacia;
formazione e sensibilizzazione in materia di sicurezza sono
introdotte in modo poco chiaro; l'alternanza scuola lavoro è
affrontata solo come aggiornamento nominativo e per
l'introduzione di possibili convenzioni a livello regionale; il
condizionamento della concessione di fondi, alle Consulte
provinciali degli studenti, a una progettualità di concerto con
Regione e Ufficio scolastico regionale è annunciato ma non si
legge in norma; restano margini di incertezza rispetto al ruolo
delle reti scolastiche e a come si inseriranno nei progetti di
modifica della legislatura nazionale.
La relatrice ha, poi, condannato le modifiche all'articolo 29
della Lr 13/2018 sull'inserimento scolastico degli alunni figli
di immigrati e l'abrogazione dell'art. 36 sui progetti speciali.
"Non è difficile, per stessa ripetuta ammissione dei proponenti,
individuare in questi due articoli il vero portato politico e
ideologico di questa legge - ha sottolineato la Da Giau -. La
sostituzione del carattere interculturale delle iniziative
scolastiche con la finalità della valorizzazione dell'identità
culturale regionale, la sostituzione dei progetti che si basavano
sulla forte integrazione con le realtà del territorio e con le
molteplici offerte culturali, sociali, economiche dello stesso
con altri i cui contenuti sono decisi in modo centralizzato e che
coinvolgono non ben definiti enti pubblici, mostrano una volta di
più la volontà di erigere muri e di impedire quelle sane
contaminazioni che arricchiscono l'esperienza formativa ed
educativa di bambini, ragazzi e giovani che vivono nella nostra
terra.
"Mentre si proclama la necessità di rafforzare l'autonomia
regionale avocando la competenza primaria, non pare invece che
l'autonomia degli istituti scolastici venga valorizzata,
sacrificata alla volontà di instillare un pericoloso pensiero
unico. A tale proposito, non possiamo accondiscendere".
(foto; immagini alle tv)
(segue)