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Cr: ddl 37 diritto allo studio, relatrice di minoranza Da Giau (6)

01.02.2019
14:06
(ACON) Trieste, 1 feb - RCM - Il disegno di legge n. 37 sul diritto allo studio arriva in Aula con incomprensibili (e non spiegate) finalità e urgenza, dopo audizioni dove sono mancati alcuni degli interlocutori principali, ma soprattutto arriva scarico di veri contenuti di merito.

La considerazione è della relatrice di minoranza, Chiara Da Giau (Pd), a detta della quale l'impianto della legge regionale 13/2018 rimane fortunatamente in larga parte salvaguardato, mentre si affacciano aggiustamenti lessicali e presunte semplificazioni a cui si dà poco peso, oltre ad alcune innovazioni descritte in modo poco chiaro e dagli impatti da verificare.

Entrando, dunque, nel merito dei contenuti dell'iniziativa legislativa in discussione, la Da Giau ha sottolineato che le integrazioni alle finalità della Lr 13/2018 sono scritte in modo generale e ovvio, non facendo comprendere in modo chiaro verso che cosa si indirizzi precisamente l'azione della Regione; la semplificazione rispetto alle domande di contributo dei libri in comodato, data come facoltà alle scuole, non pare significativa, mentre era opportuna una verifica più approfondita dell'intervento; l'introduzione, nella L.r. 13, degli interventi per le scuole in ospedale e la didattica a domicilio (già votati da quest'Aula nel contesto di norme di bilancio) è opportuna, ma la portata di tale iniziativa potrebbe essere meglio tarata in considerazione degli obblighi già previsti dalla legge nazionale e di ciò che invece ancora manca; l'individuazione di soggetti (Coni, Insiel, Informest) a supporto delle iniziative formative delle scuole deve trovare una conferma concreta di efficacia; formazione e sensibilizzazione in materia di sicurezza sono introdotte in modo poco chiaro; l'alternanza scuola lavoro è affrontata solo come aggiornamento nominativo e per l'introduzione di possibili convenzioni a livello regionale; il condizionamento della concessione di fondi, alle Consulte provinciali degli studenti, a una progettualità di concerto con Regione e Ufficio scolastico regionale è annunciato ma non si legge in norma; restano margini di incertezza rispetto al ruolo delle reti scolastiche e a come si inseriranno nei progetti di modifica della legislatura nazionale.

La relatrice ha, poi, condannato le modifiche all'articolo 29 della Lr 13/2018 sull'inserimento scolastico degli alunni figli di immigrati e l'abrogazione dell'art. 36 sui progetti speciali.

"Non è difficile, per stessa ripetuta ammissione dei proponenti, individuare in questi due articoli il vero portato politico e ideologico di questa legge - ha sottolineato la Da Giau -. La sostituzione del carattere interculturale delle iniziative scolastiche con la finalità della valorizzazione dell'identità culturale regionale, la sostituzione dei progetti che si basavano sulla forte integrazione con le realtà del territorio e con le molteplici offerte culturali, sociali, economiche dello stesso con altri i cui contenuti sono decisi in modo centralizzato e che coinvolgono non ben definiti enti pubblici, mostrano una volta di più la volontà di erigere muri e di impedire quelle sane contaminazioni che arricchiscono l'esperienza formativa ed educativa di bambini, ragazzi e giovani che vivono nella nostra terra.

"Mentre si proclama la necessità di rafforzare l'autonomia regionale avocando la competenza primaria, non pare invece che l'autonomia degli istituti scolastici venga valorizzata, sacrificata alla volontà di instillare un pericoloso pensiero unico. A tale proposito, non possiamo accondiscendere".

(foto; immagini alle tv)

(segue)



La consigliera regionale del Pd Chiara Da Giau mentre parla in Aula del ddl 37 (foto Acon/RCM)