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III Comm: illustrata pdl su videosorveglianza nei luoghi di fragilità

05.02.2019
13:26
(ACON) Trieste, 5 feb - RCM - Sette articoli per la videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia, nonché presso le strutture socioassistenziali per anziani, disabili e minori in situazione di disagio. Li ha presentati Mara Piccin (FI) alla III Commissione consiliare presieduta da Ivo Moras (Lega); come lei, firmatari anche Piero Camber (FI) e Giuseppe Ghersinich (Lega).

L'aumento del numero dei casi di maltrattamenti - ha riflettuto la Piccin - perpetrati a danno di minori, anziani e disabili che si consumano all'interno di strutture come asili, scuole per l'infanzia o ricoveri socioassistenziali, dimostra la necessità e l'urgenza di attuare un sistema di controlli che garantisca la sicurezza di tali soggetti che si contraddistinguono per caratteri di particolare debolezza e assenza di difese.

L'installazione di un sistema di videosorveglianza interno alle strutture, sia pubbliche sia private - ha aggiunto la proponente -, rappresenterebbe da una parte un elemento di maggiore tranquillità per genitori e parenti, dall'altra un deterrente per evitare ogni tipo di abuso da coloro che operano in tali strutture.

La Piccin ha quindi ricordato diversi interventi della Commissione europea in tal senso, non ultimo ribaditi nel 2009 in occasione di un'interrogazione parlamentare formulata in relazione alla tematica dell'installazione di sistemi di videosorveglianza presso gli asili nido, quando ha precisato che "l'installazione di sistemi di videosorveglianza per la protezione e la sicurezza dei bambini e studenti nei centri per l'infanzia, negli asili nido e nelle scuole può essere un interesse legittimo, purché siano rispettati i principi della protezione dei dati, come i principi di necessità e proporzionalità stabiliti a livello nazionale ed europeo e fermo restando il monitoraggio delle competenti autorità di controllo nazionali della protezione dei dati". E il Garante per la protezione dei dati personali, nel 2013, ha ritenuto di condividere tali principi.

Sempre secondo il Garante per la protezione dei dati personali, affinché l'utilizzazione dell'impianto di videosorveglianza possa ritenersi proporzionata, occorre che presso i luoghi deputati a ricevere i minori sussistano situazioni di obiettivo rischio, tali da rendere effettivamente necessaria - e non eccedente - l'installazione. Le esigenze di tutela impongono di estendere tali considerazioni a ulteriori soggetti deboli i quali, per fattori legati all'anzianità o a particolari disabilità, si trovano in condizioni di menomata difesa.

Le iniziative legislative in materia, in Italia, non mancano tanto a livello nazionale quanto regionale; la stessa consigliera di FI nel 2016 - dunque nel corso della precedente legislatura - aveva presentato un analogo progetto di legge con parere favorevole dal Garante regionale per i diritti alla persona, ma l'allora maggioranza di centrosinistra la bocciò in Aula. "Oggi, stante la permanenza del problema irrisolto, si ritiene che i tempi siano maturi per procedere ad un esame più sereno ed efficace della tematica", ha detto la Piccin.

Come premesso, la proposta di legge si compone di 7 articoli: il n. 1 individua le finalità della proposta di legge; il 2 e il 3 prescrivono le dotazioni di videosorveglianza nei nidi d'infanzia e nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali per anziani e persone con disabilità a carattere residenziale, semiresidenziale o diurno; il 4 introduce i presupposti per interventi regionali a sostegno dell'acquisto e dell'installazione degli impianti di videosorveglianza; il 5 detta alcune norme di regolamentazione dell'utilizzo di sistemi di videosorveglianza nei nidi d'infanzia e nelle strutture a ciclo residenziale, semiresidenziale e diurno; il 6 contiene la norma finanziaria con oneri a partire dal 2019; il 7 prevede l'entrata in vigore.

Dell'illustrazione ha approfittato il consigliere Furio Honsell (OpenFVG) per avere delucidazioni in merito al problema dei costi elevati che si troveranno a dover affrontare le strutture grandi - come ad esempio "La Quiete" di Udine, ha fatto presente Honsell - e in che sanzioni incapperanno se non si metteranno in regola nei tempi previsti. Faremo valutazione in termini di percentuali, impatto e costi - lo ha rassicurato la Piccin -. Invece la consigliera Mariagrazia Santoro (Pd) ha chiesto perché, visto che si parla di soggetti fragili e in situazioni di disagio, non si sia pensato anche a strutture quali gli ospedali, le residenze domiciliari e i tanti altri luoghi dove si possono registrare episodi di difficoltà familiare.

(foto; immagini alle tv)



La III Commissione consiliare e l'assessore Riccardi (foto Acon/RCM)