III Comm: illustrata pdl su videosorveglianza nei luoghi di fragilità
(ACON) Trieste, 5 feb - RCM - Sette articoli per la
videosorveglianza negli asili nido e nelle scuole dell'infanzia,
nonché presso le strutture socioassistenziali per anziani,
disabili e minori in situazione di disagio. Li ha presentati Mara
Piccin (FI) alla III Commissione consiliare presieduta da Ivo
Moras (Lega); come lei, firmatari anche Piero Camber (FI) e
Giuseppe Ghersinich (Lega).
L'aumento del numero dei casi di maltrattamenti - ha riflettuto
la Piccin - perpetrati a danno di minori, anziani e disabili che
si consumano all'interno di strutture come asili, scuole per
l'infanzia o ricoveri socioassistenziali, dimostra la necessità e
l'urgenza di attuare un sistema di controlli che garantisca la
sicurezza di tali soggetti che si contraddistinguono per
caratteri di particolare debolezza e assenza di difese.
L'installazione di un sistema di videosorveglianza interno alle
strutture, sia pubbliche sia private - ha aggiunto la proponente
-, rappresenterebbe da una parte un elemento di maggiore
tranquillità per genitori e parenti, dall'altra un deterrente per
evitare ogni tipo di abuso da coloro che operano in tali
strutture.
La Piccin ha quindi ricordato diversi interventi della
Commissione europea in tal senso, non ultimo ribaditi nel 2009 in
occasione di un'interrogazione parlamentare formulata in
relazione alla tematica dell'installazione di sistemi di
videosorveglianza presso gli asili nido, quando ha precisato che
"l'installazione di sistemi di videosorveglianza per la
protezione e la sicurezza dei bambini e studenti nei centri per
l'infanzia, negli asili nido e nelle scuole può essere un
interesse legittimo, purché siano rispettati i principi della
protezione dei dati, come i principi di necessità e
proporzionalità stabiliti a livello nazionale ed europeo e fermo
restando il monitoraggio delle competenti autorità di controllo
nazionali della protezione dei dati". E il Garante per la
protezione dei dati personali, nel 2013, ha ritenuto di
condividere tali principi.
Sempre secondo il Garante per la protezione dei dati personali,
affinché l'utilizzazione dell'impianto di videosorveglianza possa
ritenersi proporzionata, occorre che presso i luoghi deputati a
ricevere i minori sussistano situazioni di obiettivo rischio,
tali da rendere effettivamente necessaria - e non eccedente -
l'installazione.
Le esigenze di tutela impongono di estendere tali considerazioni
a ulteriori soggetti deboli i quali, per fattori legati
all'anzianità o a particolari disabilità, si trovano in
condizioni di menomata difesa.
Le iniziative legislative in materia, in Italia, non mancano
tanto a livello nazionale quanto regionale; la stessa consigliera
di FI nel 2016 - dunque nel corso della precedente legislatura -
aveva presentato un analogo progetto di legge con parere
favorevole dal Garante regionale per i diritti alla persona, ma
l'allora maggioranza di centrosinistra la bocciò in Aula. "Oggi,
stante la permanenza del problema irrisolto, si ritiene che i
tempi siano maturi per procedere ad un esame più sereno ed
efficace della tematica", ha detto la Piccin.
Come premesso, la proposta di legge si compone di 7 articoli: il
n. 1 individua le finalità della proposta di legge; il 2 e il 3
prescrivono le dotazioni di videosorveglianza nei nidi d'infanzia
e nelle strutture sociosanitarie e socioassistenziali per anziani
e persone con disabilità a carattere residenziale,
semiresidenziale o diurno; il 4 introduce i presupposti per
interventi regionali a sostegno dell'acquisto e
dell'installazione degli impianti di videosorveglianza; il 5
detta alcune norme di regolamentazione dell'utilizzo di sistemi
di videosorveglianza nei nidi d'infanzia e nelle strutture a
ciclo residenziale, semiresidenziale e diurno; il 6 contiene la
norma finanziaria con oneri a partire dal 2019; il 7 prevede
l'entrata in vigore.
Dell'illustrazione ha approfittato il consigliere Furio Honsell
(OpenFVG) per avere delucidazioni in merito al problema dei costi
elevati che si troveranno a dover affrontare le strutture grandi
- come ad esempio "La Quiete" di Udine, ha fatto presente Honsell
- e in che sanzioni incapperanno se non si metteranno in regola
nei tempi previsti. Faremo valutazione in termini di percentuali,
impatto e costi - lo ha rassicurato la Piccin -. Invece la
consigliera Mariagrazia Santoro (Pd) ha chiesto perché, visto che
si parla di soggetti fragili e in situazioni di disagio, non si
sia pensato anche a strutture quali gli ospedali, le residenze
domiciliari e i tanti altri luoghi dove si possono registrare
episodi di difficoltà familiare.
(foto; immagini alle tv)