Regionalismo differenziato: incontro a Napoli, Zanin: via da seguire
(ACON) Trieste, 21 feb - MPB - "Il Consiglio regionale in
quanto espressione dell'intera comunità, delle diverse
specificità e differenziazioni territoriali e delle diverse
appartenenze politiche è l'istituzione in primis chiamata a
rappresentare le istanze e le aspettative del suo territorio
perché è quella che meglio le può interpretare e declinare nel
rapporto con lo Stato. Per questo le Assemblee regionali devono
rafforzare il loro ruolo di rappresentanza territoriale e di
intermediazione con lo Stato e cercare di colmare la perdita di
fiducia che si registra verso la politica".
E' quanto espresso dal presidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia, Piero Mauro Zanin, oggi a Napoli per
l'incontro di approfondimento che la Conferenza dei presidenti
dei Parlamenti regionali ha organizzato sui contenuti del
rapporto che il CENSIS su suo incarico ha realizzato su "Il ruolo
della dimensione regionale nell'evoluzione del mosaico
territoriale italiano - una nuova "constituency" per il prossimo
ciclo politico-istituzionale", presentato dal presidente Giuseppe
De Rita che ha affrontato anche il tema del regionalismo
differenziato.
"Il Rapporto certamente fa emergere l'attualità del regionalismo
- sottolinea Zanin -, indicando i punti forti e gli elementi
essenziali rispetto a una dimensione sempre più policentrica dei
territori e alla costruzione di una classe dirigente solida. Ma
conferma anche l'esistenza di divari ampi e crescenti tra
territori, anche all'interno delle singole regioni.
"Il Friuli Venezia Giulia non ne esce indenne; anche da noi -
rileva il presidente - si registrano diversità significative fra
le varie realtà negli aspetti demografici, economici e
dell'andamento dell'occupazione e con il dato incontrovertibile
che i contesti territoriali legati al lavoro, alla mobilità, al
turismo, alla produzione muovono sempre più su piattaforme
flessibili che superano confini amministrativi esistenti.
"Al contempo, dobbiamo misurarci con i processi di
ri-accentramento che comprimono la rilevanza dei territori -
sottolinea ancora il presidente -. Da una parte dobbiamo puntare
a individuare aree vaste funzionali per condurre politiche
relazionali di livello infraregionale (da qui la proposta delle
due aree vaste, quella friulana e quella giuliana); dall'altra,
ridefinire i rapporti tra Stato e Regione realizzando un riordino
complessivo del regionalismo che porti a una maggiore autonomia
su specifiche materie.
"Come Friuli Venezia Giulia ci siamo offerti a modello di
riferimento per quei territori che stanno lavorando in tal senso
e con la Lombardia abbiamo realizzato lo scorso ottobre un
confronto operativo e costruttivo, a Udine.
"Il regionalismo differenziato è la via seguire; ben vengano
spazi e campi di autonomia per le regioni ordinarie, ma il
percorso, lungi dal condurre a un progressivo appiattimento tra
ordinarie e speciali - ribadisce il presidente del Consiglio -,
deve prevedere anche per noi contestuale ampliamento delle
competenze.
Il lavoro che abbiamo avviato anche con la Commissione paritetica
Stato/Regione - conclude Zanin - va in questa direzione".