Cr: inaugurata mostra Ultimi e Invisibili, opere carcerati di Tolmezzo
(ACON) Trieste, 28 feb - MPB - Arte nata in carcere, che esce
dalla prigione in cui ha preso forma, colore e segno, per entrare
nella Casa della Comunità regionale e in questo modo offrirsi
idealmente a tutto il territorio come testimonianza del bisogno
di relazione con il mondo e di una costruttiva esperienza per
superare alienazione, solitudine, precarietà esistenziale.
E' questo il messaggio profondo, sottolineato dal presidente del
Consiglio regionale Piero Mauro Zanin, della mostra Ultimi e
Invisibili che è stata inaugurata al termine della seduta
antimeridiana dell'Aula e che espone le opere realizzate dai
detenuti del carcere di Tolmezzo con l'obiettivo di dare
visibilità alla realtà carceraria del nostro territorio.
In questo luogo di valenza fisica ed etica, nel quale si
costruiscono le leggi - ha detto ancora Zanin -, persone che con
la legge si sono scontrate devono poter sperimentare, pur da
sconfitte, la via del riscatto e del recupero alla società, e
questi quadri rappresentano il tentativo di proiettare
all'esterno questa volontà di superare l'esclusione: a loro e al
loro tenace impegno attraverso l'arte il presidente ha dedicato
la frase di Elliot che dice "noi che non fummo sconfitti solo
perchè continuammo a tentare".
Ultimi e Invisibili è frutto del progetto Comunicar-Arte,
laboratorio di pittura della stessa casa circondariale
autogestito dai detenuti autodidatti e promosso dal Lions Club
Pordenone Naonis e dal suo presidente Pierfrancesco Scatà, che ha
trovato alleato l'Istituto del Garante regionale dei diritti
della persona.
La privazione della libertà concede un osservatorio ristretto che
amplifica il bisogno di comunicare: l'esperienza del carcere
deve essere occasione di cambiamento - ha sottolineato Irene
Iannucci, direttore della Casa circondariale di Tolmezzo
evidenziando il significato dell'esposizione in questa sede.
Un progetto per non spegnere la speranza - ha detto a sua volta
il Garante Fabia Mellina Bares parlando dell'impegno
dell'istituto a intraprendere, sostenere e stimolare percorsi di
cittadinanza attiva e responsabile.
Sull'importanza del rispetto dei diritti delle persone private
della libertà personale si è soffermato anche Pierfrancesco
Scatà, presidente del Lions Club autore del service che ha
portato alla realizzazione della mostra, ricordando la gravità
della situazione carceraria italiana che registra ogni anno una
sessantina di suicidi: portare la mostra in una sede
istituzionale come il Consiglio regionale - ha detto - vuole
essere un contributo a una riflessione profonda su questi temi.
L'allestimento, che ha avuto il benestare del Ministero di
Giustizia, e che è stato curato da Alessandra Santin e Renzo
Spadotto, presenta al pubblico le opere di Gennaro D., Albino P.,
Paolo C., Michele P., Orlando D., Paolo R., Pasquale M., e Oscar
P. corredate dalle riflessioni degli autori.
Opere e riflessioni attraverso le quali i detenuti esprimono il
loro stato d'animo, l'urgenza di non sentirsi invisibili e
dimenticati - ha sottolineato ancora il presidente del Consiglio
Zanin - cercando un incontro con il mondo attraverso lo sguardo
di chi osserverà i loro quadri e leggerà le loro parole.
La mostra sarà visitabile fino al 22 marzo, negli spazi
espositivi al secondo piano del Palazzo di piazza Oberdan 6 a
Trieste, negli orari consueti, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle
14.30 alle 17.30 dal lunedì al giovedì mentre il venerdì solo al
mattino fino alle 13.00.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)