Pd: Cosolini, mozione su legge che penalizza mondo associazionismo
(ACON) Trieste, 14 mar - COM/CMC - "Nella foga demolitrice
verso i partiti e nel voler etichettare a tutti i costi la
politica come qualcosa di sporco, la legge spazzacorrotti voluta
dal governo gialloverde, mette in crisi l'intero sistema
dell'associazionismo e la vita associativa. Il presidente Fedriga
intervenga nei confronti dei parlamentari del FVG e del Governo
per scongiurare una caccia alle streghe all'interno di comunità
fondate sul volontariato".
A dirlo è il consigliere regionale del Pd, Roberto Cosolini che
oggi ha depositato la mozione "Grave danno al sistema
dell'associazionismo e del volontariato e ai diritti dei
cittadini" con la quale chiede, appunto, un intervento
dell'Esecutivo regionale, nei confronti del Parlamento e del
Governo nazionale, "per evidenziare una situazione assurda che
potrebbe avere effetti estremamente negativi per il sistema
associativo e del volontariato di tutto il Paese, ed etichettare,
come potenziali corruttori, moltissimi cittadini italiani che
prestano la propria opera per il bene comune, e per chiedere un
intervento per una ragionevole modifica della normativa".
La nuova normativa, evidenzia Cosolini nella mozione, "investe di
fatto tutti quegli enti, tra cui associazioni culturali, sportive
e di volontariato, che hanno nei propri organi direttivi persone
che abbiano o abbiano avuto nei dieci anni precedenti, un
qualsiasi coinvolgimento con la politica o con la pubblica
amministrazione, dal livello parlamentare a quello comunale, fino
all'essere consigliere comunale di un piccolo Comune. Tutte
queste associazioni, sportive, culturali, di volontariato vengono
assimilate, dalla nuova norma, a partiti politici e ne assumono
gli obblighi. In sostanza, più che combattere la corruzione nella
vita pubblica pare che con questa disposizione si voglia colpire
la libera vita associativa nella nostra comunità e generalizzare
un clima di sospetto e di esclusione generalmente rivolto verso
chiunque abbia svolto, svolga o intenda svolgere un mandato
istituzionale a qualsiasi livello con ciò punendo l'esercizio di
diritti garantiti dalla nostra Costituzione".
Praticamente, conclude Cosolini "di questi tempi una moltitudine
di associazioni e comitati dovrà 'radiografare' i dieci anni di
vita precedente dei componenti dei rispettivi direttivi, per
accertarsi se qualcuno, magari nel 2010, non sia stato
consigliere comunale anche di un piccolo paese. E chi oggi siede
in un Consiglio comunale o regionale sa che per dieci anni dopo
la fine del suo mandato, dovrà astenersi dall'entrare in
qualsiasi direttivo associativo, per evitare che la sua
'ingombrante' presenza causi seccature e oneri all'associazione".