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Lega: Bordin, no a farmaci blocca pubertà

15.03.2019
11:41
(ACON) Trieste, 15 mar - COM/MPB - "Nessun esperimento può essere svolto sulla pelle dei nostri bambini: no ai farmaci blocca-pubertà nel Servizio Sanitario Nazionale".

Ad affermarlo il capogruppo della Lega in Consiglio regionale, Mauro Bordin, che sull'argomento ha presentato la mozione "Lasciamo crescere i nostri figli. No a farmaci blocca-pubertà nel S.S.N.. Nessun esperimento sulla pelle dei bambini", con il sostegno di tutto il suo gruppo consiliare. Il capogruppo Bordin chiede al presidente della Regione e alla Giunta che si attivino presso il Governo Nazionale affinché venga interdetta la somministrazione del medicinale triptorelina agli adolescenti, con l'obiettivo di impedirne lo sviluppo puberale.

"Il 25 febbraio 2019 è stata inserita la molecola triptorelina fra i medicinali erogabili a totale carico del Servizio Sanitario nazionale. La molecola TRP - spiega Bordin - potrà così essere somministrata ad adolescenti, in stadio puberale, affetti da Disforia di Genere, allo scopo di procurare un blocco dello sviluppo. "La pubertà non è una malattia e sono invece gli ormoni che ne bloccano lo sviluppo, reversibili o meno, ad indurre uno stato di malattia, cioè l'assenza della pubertà, e ad inibire la crescita e la fertilità in un bambino precedentemente sano. "Il farmaco viene immesso nell'elenco del Servizio Sanitario Nazionale in assenza di sufficienti studi clinici, soprattutto in merito ai possibili effetti negativi a lunga scadenza e non esistono evidenze sull'effettivo pieno ripristino della fertilità nel caso di desistenza dal trattamento e di permanenza nel sesso di appartenenza. La pubertà - continua Bordin - potrebbe indurre farmacologicamente un disallineamento fra lo sviluppo fisico e quello cognitivo del minore, compromettendo la definizione morfologica e funzionale di quelle parti del cervello che contribuiscono alla strutturazione dell'identità sessuale insieme con i fattori ambientali ed educativi.

"Bloccare lo sviluppo della pubertà non risolve quindi i problemi psicologici del minore", commenta l'esponente della Lega.

Bordin, inoltre, spiega che, come riportato dal Collegio Americano dei Pediatri nel Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali, fino al 98% dei bambini e fino all'88% delle bambine con confusione di genere, accettano il proprio sesso biologico dopo aver attraversato naturalmente la pubertà.Inoltre i poteri dell'AIFA (Agenzia italiana del Farmaco) non comprendono quello di assumere decisioni idonee ad incidere, direttamente, su beni di rilievo costituzionale, tra i quali i diritti della personalità, che oltrepassano la portata e i confini dell'autorizzazione al commercio di un farmaco.

"Esistono forti perplessità sul fatto che i medici siano in grado di garantire che un assenso di un minore preadolescente, sia davvero "libero e volontario", che potrebbe incidere su un bene, quello della capacità riproduttiva, che non si è ancora manifestato e del quale non vi è ancora piena consapevolezza, oltretutto in una persona ancora giuridicamente incapace di agire. Potrebbero inoltre verificarsi casi di contrasto tra la volontà dei genitori e quella dei minori, come pure - conclude Bordin - casi di contrasto tra gli stessi genitori, in ordine al comportamento da tenere".



Il consigliere regionale Mauro Bordin (Lega)