Lega: Bordin, no a farmaci blocca pubertà
(ACON) Trieste, 15 mar - COM/MPB - "Nessun esperimento può
essere svolto sulla pelle dei nostri bambini: no ai farmaci
blocca-pubertà nel Servizio Sanitario Nazionale".
Ad affermarlo il capogruppo della Lega in Consiglio regionale,
Mauro Bordin, che sull'argomento ha presentato la mozione
"Lasciamo crescere i nostri figli. No a farmaci blocca-pubertà
nel S.S.N.. Nessun esperimento sulla pelle dei bambini", con il
sostegno di tutto il suo gruppo consiliare.
Il capogruppo Bordin chiede al presidente della Regione e alla
Giunta che si attivino presso il Governo Nazionale affinché venga
interdetta la somministrazione del medicinale triptorelina agli
adolescenti, con l'obiettivo di impedirne lo sviluppo puberale.
"Il 25 febbraio 2019 è stata inserita la molecola triptorelina
fra i medicinali erogabili a totale carico del Servizio Sanitario
nazionale. La molecola TRP - spiega Bordin - potrà così essere
somministrata ad adolescenti, in stadio puberale, affetti da
Disforia di Genere, allo scopo di procurare un blocco dello
sviluppo.
"La pubertà non è una malattia e sono invece gli ormoni che ne
bloccano lo sviluppo, reversibili o meno, ad indurre uno stato di
malattia, cioè l'assenza della pubertà, e ad inibire la crescita
e la fertilità in un bambino precedentemente sano.
"Il farmaco viene immesso nell'elenco del Servizio Sanitario
Nazionale in assenza di sufficienti studi clinici, soprattutto in
merito ai possibili effetti negativi a lunga scadenza e non
esistono evidenze sull'effettivo pieno ripristino della fertilità
nel caso di desistenza dal trattamento e di permanenza nel sesso
di appartenenza. La pubertà - continua Bordin - potrebbe indurre
farmacologicamente un disallineamento fra lo sviluppo fisico e
quello cognitivo del minore, compromettendo la definizione
morfologica e funzionale di quelle parti del cervello che
contribuiscono alla strutturazione dell'identità sessuale insieme
con i fattori ambientali ed educativi.
"Bloccare lo sviluppo della pubertà non risolve quindi i problemi
psicologici del minore", commenta l'esponente della Lega.
Bordin, inoltre, spiega che, come riportato dal Collegio
Americano dei Pediatri nel Manuale Diagnostico Statistico dei
Disturbi Mentali, fino al 98% dei bambini e fino all'88% delle
bambine con confusione di genere, accettano il proprio sesso
biologico dopo aver attraversato naturalmente la pubertà.Inoltre
i poteri dell'AIFA (Agenzia italiana del Farmaco) non comprendono
quello di assumere decisioni idonee ad incidere, direttamente, su
beni di rilievo costituzionale, tra i quali i diritti della
personalità, che oltrepassano la portata e i confini
dell'autorizzazione al commercio di un farmaco.
"Esistono forti perplessità sul fatto che i medici siano in grado
di garantire che un assenso di un minore preadolescente, sia
davvero "libero e volontario", che potrebbe incidere su un bene,
quello della capacità riproduttiva, che non si è ancora
manifestato e del quale non vi è ancora piena consapevolezza,
oltretutto in una persona ancora giuridicamente incapace di
agire. Potrebbero inoltre verificarsi casi di contrasto tra la
volontà dei genitori e quella dei minori, come pure - conclude
Bordin - casi di contrasto tra gli stessi genitori, in ordine al
comportamento da tenere".