Madri Coraggiose: interventi di Zanin e Poggioli incontro Crpo (1)
(ACON) Trieste, 22 mar - MPB - "Solo quando drammi come quelli
vissuti singolarmente dalle famiglie delle ragazze vittime di
femminicidio saranno affrontati collettivamente dalle comunità in
cui erano inserite si potrà parlare di speranza: perché quando a
essere sottratta in questo modo è una singola individualità,
l'oltraggio non è solo verso la famiglia ma verso l'intera
comunità privata di quanto la vittima avrebbe potuto dare e
ricevere, sperare e immaginare. Ed è per questo che occorre anche
andare alla radice delle motivazioni che causano
queste tragedie".
Il presidente Piero Mauro Zanin intervenendo (Sala Tessitori del
Consiglio regionale) all'incontro "Madri Coraggiose" organizzato
dalla Commissione regionale per le pari opportunità con
Annamaria, Antonella, Luciana e Mariella, le mamme di Michela
Baldo, Nadia Orlando, Romina Ponzalli, Lisa Puzzoli tutte vittime
di femminicidio, ha raccolto così il messaggio della presidente
della Crpo Annamaria Poggioli.
"Questo incontro rispecchia la mission della Commissione pari
opportunità che è la salvaguardia e la tutela della dignità della
donna, declinata con il rispetto del diritto alla vita - ha detto
in apertura Poggioli -. Contro la piaga sociale del femminicidio
vogliamo dare dei segnali molto forti (l'80% delle violenze si
consuma tra le mura domestiche, nei luoghi degli affetti) e
diciamo no a espressioni quali "tempeste emotive" e "raptus di
gelosia"".
Poi Poggioli si è soffermata sul coraggio delle testimoni
intervenute all'incontro: "Il coraggio è una alchimia di audacia,
determinazione, rischio, ma quello di una madre è molto di più
perchè è mosso dall'amore dimostrato nel momento del parto. E' un
coraggio messo duramente alla prova durante il travaglio, che
poi, però, vede la luce. Ma la perdita di un figlio è l'evento
più innaturale, non c'è termine per apostrofarlo. Ed è
impossibile immedesimarsi nel dolore degli altri".
"Loro sono mamme coraggiose anche perchè hanno accettato questo
invito. Hanno trasformato il dolore personale in dolore
collettivo. Il femminicidio è una piaga sociale inaccettabile.
Non dobbiamo stancarci di dire no", ha concluso Poggioli.
"E' certamente un problema culturale - ha sottolineato Zanin -.
C'è nell'uomo un innato senso predatorio favorito molte volte da
una cultura scarsamente valoriale, edonistica, di supremazia che
fa il paio con il senso di possesso. E' un problema che deve
riguardare la famiglia, la scuola, le istituzioni ed anche il
mondo dei mass media e della comunicazione, dove pure si
manifesta un interesse predatorio, con l'attenzione che si
accende quando un fatto tragico avviene, per poi dimenticare fino
a quando non ne accade un altro".
"L'escalation dei femminicidi deve far riflettere". Per Zanin,
accanto ai tempi lunghi di un processo culturale da sviluppare e
far radicare, "vanno pensati necessariamente tempi più stretti di
intervento per far sì che gli autori di femminicidio - predatori
vigliacchi, li ha definiti il presidente, che rispetto al
confronto non immaginano possibilità di riscatto ma usano la
violenza - non possano pensare di passarla liscia; non possano
pensare che questo, che è un dramma di carattere sociale e
culturale, possa essere considerato come un reato qualsiasi, con
tutte le relative garanzie".
Forse davanti al rischio di una pena certa e definitiva, senza
sconti, potrebbero raffrenarsi, l'auspico di Zanin che ha poi
toccato un altro punto dolente: "In talune condizione sembra
esserci un'autoassoluzione di carattere culturale, che allude a
responsabilità della donna: eppure quando ci rubano in casa non
ci poniamo il problema di essere stati noi ad agevolare
l'ingresso del ladro; perché allora nei confronti dei reati dei
predatori delle cose siamo così attenti e in quelli verso le
donne no? Non ci possono essere atteggiamenti giustificativi, non
ci sono cittadini di serie A e di serie B, anche questo è un
problema culturale".
"La strada che abbiamo davanti è molto lunga: questo Consiglio
regionale, ed io personalmente, per tutte le iniziative di
sensibilizzazione e promozione siamo con voi" - ha detto infine
Zanin raccogliendo anche l'invito della presidente Poggioli a non
far venire mai meno il sostegno e l'affiancamento all'impegno
della Commissione.
Il pensiero conclusivo di Zanin è stato per quelle vittime
collaterali del femminicidio che sono le madri delle donne
uccise, spesso straziate per la volontà di punirle e annientarle
rispetto a un senso del possesso rifiutato: "Su di loro rimane un
peso enorme, un femminicidio che non si esaurisce mai, o almeno
finchè la comunità non si faccia carico di una parte del loro
straordinario dolore".
(segue)
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)