Cr: accolta mozione su Elisa Valent e incontro con i suoi genitori (9)
(ACON) Trieste, 26 mar - RCM - Non per vendetta, ma per
giustizia. E allora ecco che l'Aula ha accolto all'unanimità una
mozione che porta le firme di tutti i capigruppo del Consiglio
regionale - la prima è quella di Bordin della Lega, che ha fatto
propria un'iniziativa affermata dall'assessore Barbara Zilli -
per chiedere appunto giustizia per la 25enne di Venzone Elisa
Valent e le altre sei studentesse italiane del progetto Erasmus
che esattamente tre anni fa (era il 20 marzo 2016) hanno perso la
vita in Spagna, nei pressi di Freginals, a causa di un incidente
stradale in cui è rimasto coinvolto il pullman su cui
viaggiavano.
Al presidente della Regione si chiede di farsi parte attiva con
il Governo italiano per sollecitare quello spagnolo a "garantire
il corretto svolgimento dell'iter giudiziario nella ricerca
dell'irrinunciabile verità sulle cause dell'incidente".
"È una ricerca di giustizia finora immotivatamente negata", si
legge nel documento condiviso da tutte le forze politiche
presenti in Aula, assieme alla "convinzione che non si possa
derubricare a mero incidente causale una tragedia forse evitabile
con l'utilizzo della giusta prudenza e perizia che è doveroso
aspettarsi da un autista professionista".
Prima della sua approvazione in Aula si è svolto un incontro, da
parte del presidente del Consiglio regionale, del presidente
della Regione e dei presidenti dei Gruppi consiliari, con i
genitori di Elisa. In quell'occasione, mamma Anna e papà Eligio
hanno ringraziato per l'attenzione che le istituzioni regionali
intendono tenere alta su quanto accaduto alla loro figlia e alle
figlie della altre famiglie, "perché se non c'è un processo,
pensiamo che la colpa sia stata di Elisa che ha scelto di salire
su quella corriera. Invece dobbiamo poter dire che le nostre
figlie sono morte per colpa di qualcuno, non per colpa loro. Non
chiediamo vendetta, non chiediamo soldi, ma chiediamo un processo
che metta fine a questa straziante vicenda".
"La Regione deve intervenire affinché ci sia un'assunzione di
responsabilità a questo epilogo drammatico", ha detto loro il
presidente del Consiglio, Piero Mauro Zanin, affermando di
parlare prima di tutto da padre. "Dopo tre anni, i genitori di
Elisa devono poter chiudere il cerchio e avere pace. Da parte
nostra, tutta la solidarietà ma anche l'impegno a intervenire".
Un impegno a cui si è unito il presidente Massimiliano Fedriga,
che ha parlato di desiderio di verità ma non da meno di disagio
che "il Friuli Venezia Giulia sente rispetto a un procedere delle
indagini che non trova soddisfazione nel principio di verità.
Deve essere riconosciuta una responsabilità, anche si trattasse
di una distrazione dell'autista o un problema al mezzo, ma non
possono dire che non possono sapere cosa sia accaduto. Perché
questo lassismo non è accettabile in un Paese europeo ed è per
questo che, oltre al Governo, come istituzione intendo scrivere
anche alle nostre rappresentanze diplomatiche perché si facciano
portavoce del nostro malcontento per questo agire dilatatorio di
un Paese che fa parte dell'Unione europea. Chiediamo anche noi
non vendetta ma rispetto di vite spezzate e vite distrutte, ed è
un rispetto doveroso".
"Ci sentiamo tutti rappresentati, al di là delle nostre
appartenenze politiche, nelle parole dei presidenti Zanin e
Fedriga - ha poi detto il capogruppo del Pd, Bolzonello, a nome
di tutti i capigruppo - ed è per questo che abbiamo sottoscritto
la mozione e lasceremo a Bordin il compito di illustrarla anche
per noi. Non ci saranno spettacolarizzazioni su una vicenda come
questa".
In Aula, a prendere la parola è poi stata anche l'assessore Zilli
per rendere noto lo stato attuale del procedimento penale della
vicenda, "sulla quale - ha asserito la Zilli - l'attenzione della
Farnesina è molto alta. È di ieri - ha così fatto sapere - la
notizia che, in seguito all'istanza di fine gennaio scorso delle
famiglie per accelerare l'iter processuale, è seguita una azione
del procuratore intesa a sollecitare l'acquisizione delle
ulteriori prove; infatti è del 20 marzo il deposito di una
perizia.
"Al contempo, è proseguita l'azione dell'Italia sulle autorità
spagnole: il 5 marzo il console generale d'Italia a Barcellona ha
incontrato il procuratore capo di Tarragona per sensibilizzarlo
sul processo, al pari l'ambasciatore d'Italia a Madrid ha
incontrato il procuratore a capo dell'unità specializzata in
sicurezza stradale introdotta in Spagna proprio in seguito a
questo incidente, affermando le aspettative italiane di un rapido
svolgimento del processo. Sembra che la fase successiva
all'acquisizione degli atti sia imminente.
"È inaccettabile che i genitori di queste vittime non possano
darsi pace - ha chiosato la Zilli -; una giustizia ritardata è
una giustizia negata".
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)