I Comm: illustrate pdln 5 e 6 di modifica a legge 3/2019 spazzacorrotti
(ACON) Trieste, 10 apr - CMC/RCM - Illustrate in I Commissione
del Consiglio regionale due proposte di legge nazionali, la n. 5
e la n. 6, che propongono un articolo ciascuna con cui
intervenire sulla cosiddetta legge "spazzacorrotti", la 3/2019
che, in un'ottica di trasparenza, equipara ai partiti e ai
movimenti politici tutti quegli enti e quelle associazioni che
abbiano, o abbiano avuto al loro interno negli ultimi dieci anni
di attività, componenti con un ruolo attivo in politica e nella
pubblica amministrazione.
Seppure apprezzabile per l'intento di rendere più trasparente il
tema del finanziamento della politica, la norma - secondo i
proponenti della pdln n. 5 - rischia di creare effetti gravosi e
onerosi a numerose realtà associative locali per i nuovi obblighi
di rendicontazione, certificazione e comunicazione previsti e
anche in quegli enti dove ad esempio è prevista nei Consigli di
amministrazione, la presenza di un rappresentante del Comune o
della Regione. Con alcuni correttivi, si ovvia a tali criticità
limitando l'equiparazione ai partiti e movimenti politici solo
con quelle fondazioni, associazioni e comitati la composizione
dei cui organi direttivi sia determinata in tutto o in parte da
deliberazioni di partiti o movimenti politici.
Nella pdln n. 6, la finalità è esplicitata già nel titolo:
modificare il comma 20 dell'articolo 1 della legge 3/2019, comma
che così afferma: " ... sono equiparate ai partiti e movimenti
politici le fondazioni, le associazioni e i comitati la
composizione dei cui organi direttivi sia determinata in tutto o
in parte da deliberazioni di partiti o movimenti politici ovvero
i cui organi direttivi siano composti in tutto o in parte da
membri di organi di partiti o movimenti politici ovvero persone
che siano o siano state, nei dieci anni precedenti, membri del
Parlamento nazionale o europeo o di assemblee elettive regionali
o locali ovvero che ricoprano o abbiano ricoperto, nei dieci anni
precedenti, incarichi di governo al livello nazionale, regionale
o locale ovvero incarichi istituzionali per esservi state elette
o nominate in virtù della loro appartenenza a partiti o movimenti
politici, nonché le fondazioni e le associazioni che eroghino
somme a titolo di liberalità o contribuiscano in misura pari o
superiore a euro 5.000 l'anno al finanziamento di iniziative o
servizi a titolo gratuito in favore di partiti, movimenti
politici o loro articolazioni interne, di membri di organi di
partiti o movimenti politici o di persone che ricoprono incarichi
istituzionali".
La formula "in tutto o in parte" utilizzata nel comma 20 - è
stato evidenziato dai proponenti la pdln 6 - si presta a
comprendere tutti gli enti in cui anche un solo componente del
Consiglio direttivo abbia o abbia avuto a che fare negli ultimi
dieci anni con la politica, comprensiva sia di attività di
governo come di amministrazione.
L'intenzione è di ripristinare quanto previsto precedentemente
l'entrata in vigore della legge 3/2019 in quanto - è stato fatto
presente - già il Garante per la protezione dei dati personali si
espresse in termini critici e suggerì di precisare il carattere
tassativo o meramente esemplificativo di alcuni dei criteri
descritti dalla norma con formule eccessivamente ampie, o
comunque definire più puntualmente taluni parametri, quali ad
esempio quello dell'appartenenza a un partito dei titolari di
incarichi istituzionali presso l'ente.
Ultimo aspetto, ma non per importanza - è stato aggiunto -,
rappresenta l'incertezza sulla portata e sull'estensione delle
sanzioni cui sarebbero sottoposti gli enti equiparati per la
violazione degli obblighi di trasparenza. È ragionevole ritenere
pertanto che la norma, così come in vigore, rappresenti una
minaccia per gli ambiti del no profit, ovvero del terzo settore,
e per tale motivo deve essere modificata.
La I Commissione proseguirà predisponendo un testo unificato
delle due pdln oggi illustrate.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)