Catastrofi naturali, prevenzione transfrontaliera in strategie Ue
(ACON) Udine, 15 apr - MPB - Le calamità non conoscono
frontiere. Per questo è necessario sviluppare la capacità di
affrontare rischi ed emergenze in maniera coordinata con le
comunità europee confinarie con una cooperazione transfrontaliera
che necessariamente deve riguardare prevenzione, resilienza,
risposte efficaci. Una proposta avanzata dal CdR-Comitato delle
Regioni Ue (organo consultivo della Commissione e del Parlamento
europei) è quella di inserire lo "sviluppo resiliente alle
catastrofi" in tutte le strategie dell'Ue in materia di
investimenti, prevedendo che la valutazione del rischio di
catastrofi sia condizione per i progetti futuri dell'Unione.
Su questi temi si è incentrato il convegno "Dimensione
transfrontaliera per la prevenzione del rischio catastrofi
naturali" svoltosi oggi a Udine nella sede della Fondazione
Friuli, organizzato da Regione e Consiglio FVG, Governo e
Comitato delle Regioni Ue, con il patrocinio anche del Consiglio
regionale del Veneto e con la partecipazione di esperti della
Protezione civile, del comando dei Vigili del Fuoco e
dell'Università di Udine.
Da parte del Consiglio regionale è stato sottolineato il valore
della condivisione delle esperienze della Protezione civile tra
le comunità regionali facenti parte di Paesi diversi: un
passaggio fondamentale per recuperare il senso dell'Europa basato
sulle cose concrete da fare per un ritorno diretto sulle comunità
ancorché nella loro dimensione transfrontaliera. Infatti, solo
all'interno del contesto europeo declinato come esperienza locale
si può competere con altre realtà geopolitiche nel pianeta, dalla
Cina all'India, agli Stati Uniti d'America.
Sul tema delle calamità e delle emergenze - è stato ancora detto
- sono state raccolte tante buone pratiche dall'esperienza della
Protezione civile regionale e nazionale, dei Vigili del Fuoco,
della comunità scientifica dell'ateneo udinese, degli enti
locali, nonché delle forze del volontariato che costituiscono
quella realtà che fa sì che il Friuli Venezia Giulia, con un
volontario di Protezione civile ogni 120 abitanti, abbia in sé la
struttura per affrontare dal basso gli eventi calamitosi. Per
questo, trasmettere la nostra esperienza anche alle realtà
transfrontaliere è fondamentale per creare quella sinergia e
quella comunione di linguaggio che consente di parlare tutti la
stessa lingua quando si tratta di sicurezza dei nostri cittadini.
Così, sullo sfondo dell'esperienza del passato, è stata
evidenziata l'importanza del coordinamento per la prevenzione
degli eventi catastrofici e dello studio dinamico degli scenari
di rischio possibili, ma anche di una formazione rivolta agli
amministratori locali per rendere resilienti edifici e città,
nella consapevolezza che la prevenzione è anche strumento per
favorire la legalità.
MPB