FI: Piccin, dubbi su deroga rappresentanza di genere
(ACON) Trieste, 21 giu - COM/RCM - La consigliera Mara Piccin
(FI) fa sapere di essersi astenuta sull'emendamento proposto
dalla Giunta regionale che deroga alla normativa relativa alla
presenza di donne nelle Giunte comunali. In Aula è intervenuta
per chiarire la propria posizione, proponendo anche il ritiro
dell'emendamento. Proposta non accolta, dunque si è astenuta.
"Una tematica sensibile, lo testimonia l'acceso dibattito in Aula
- ha esordito la consigliera -. La questione si pone su due
piani. Da una parte, su quello della doppia preferenza di genere
in ambito elettivo, sulla quale sono contraria e ritengo che
danneggi le donne. A livello comunale, infatti, accade spesso che
una coalizione di donne non esperte nella raccolta del consenso,
coalizzate intorno a un elemento maschile, possano portargli
preferenze ma non essere elette. Nella scorsa legislatura mi sono
battuta perché la doppia preferenza di genere non fosse estesa
anche al consiglio regionale".
L'altro piano su cui si pone il tema della rappresentanza di
genere, così come distinto dalla Piccin, è quello delle Giunte:
"Se vi è difficoltà a raccogliere figure femminili nei consigli
eletti, nulla vieta di cambiare lo statuto dei singoli Comuni: si
può prevedere la nomina di una donna esterna al Consiglio anche
nei piccoli municipi".
L'esponente di Forza Italia ha espresso dubbi di carattere
giuridico sull'emendamento della Giunta Fedriga, richiamando la
legge che disciplina la materia, la 56/2014, e le sentenze (come
la n. 406 del 2016 del Consiglio di Stato, che ha affermato il
carattere inderogabile della percentuale di donne nelle Giunte
comunali, a meno di motivare la possibilità di non procedere).
Chiedendo il ritiro dell'emendamento, la Piccin ha osservato che
"la rappresentanza di genere non fa riferimento all'appartenenza
politica. La cultura della famiglia affida un ruolo essenziale
alla donna e le pari opportunità devono essere tutelate".