Cr: sì a relazione adempimenti Lr 29/2005 sul commercio (5)
(ACON) Trieste, 17 lug - RCM - Il Comitato per la legislazione,
il controllo e la valutazione ha esaminato la "Relazione sullo
stato degli adempimenti della legge regionale 29/2005 in materia
di attività commerciali e di somministrazione di alimenti e
bevande", presentata dalla Giunta regionale. Oggi ne ha
relazionato all'Aula attraverso i consiglieri Antonio Calligaris
(Lega) e Roberto Cosolini (Pd), che hanno presentato una
riflessione congiunta poi accolta all'unanimità dall'Assemblea
con 40 sì.
La relazione giuntale - hanno reso noto i due consiglieri -
riguarda il triennio 2015-2017 e sulla base del monitoraggio
effettuato dall'Osservatorio regionale del commercio e di altre
indagini disposte, deve dare risposta a un'articolata serie di
quesiti.
Nella scorsa legislatura - così ancora Calligaris e Cosolini - il
Comitato aveva esaminato la documentazione del triennio 2012-2014
e aveva rilevato che quanto riportato non rispondeva
completamente ai quesiti posti dalla clausola. Ciò era dovuto
sicuramente a una normativa complessa e soprattutto a una
clausola valutativa eccessivamente articolata, di cui si
auspicava una riscrittura più mirata. Così è stato nel 2016, con
una riduzione e semplificazione dei quesiti, e l'attuale
relazione risulta quindi maggiormente fruibile.
La Lr 29/2005 - hanno poi fatto presente i due relatori - è stata
interessata da modifiche finalizzate all'adeguamento alle
normative comunitaria e nazionale, dal decreto 59/2010
(attuazione della direttiva Bolkestein) al decreto legge 201/2011
"SalvaItalia", che ha liberalizzato le giornate e gli orari di
apertura degli esercizi di commercio al dettaglio, oltre alla
sentenza della Consulta n. 98 del 2017 che ha dichiarato
l'illegittimità costituzionale della disciplina prevista in
materia dalla Lr 29/2005, che prevedeva alcune giornate di
chiusure obbligatorie. Sono allo stesso modo da tenere in
considerazione anche i fattori esogeni, quali l'evoluzione delle
tendenze dei consumatori e il modificarsi delle dinamiche della
concorrenza sul mercato.
Tra gli elementi positivi emersi nella relazione - hanno detto
ancora i due consiglieri -, vi è il successo dei finanziamenti
agevolati (contributi in conto capitale a favore di microimprese
e Pmi per acquisti e interventi di ammodernamento), che hanno
visto, rispetto a un calo registrato nel 2014 (236 domande a
fronte delle oltre 500 degli anni precedenti), una ripresa di
interesse per tale linea contributiva con 486 domande presentate
nel 2015 (di cui 368 accolte) e 545 domande presentate nel 2016
(329 accolte). A seguito della modifica della disciplina di tale
canale contributivo, nel 2017 sono pervenute 45 domande valide
per spese correnti e 1.440 per investimenti, con un notevole
apprezzamento da parte delle imprese.
Una certa preoccupazione hanno invece destato i dati relativi
all'andamento delle superfici degli esercizi di vendita che, nel
periodo dal 2009 al 2017, hanno registrato l'aumento delle
superfici della grande distribuzione (+17,5%) e della media
distribuzione superiore (+10,3%) e una diminuzione delle
superfici della media distribuzione inferiore (-10,6%) e del
vicinato (-9%). Tali fenomeni sono ancora più accentuati se si
considera la sola provincia di Gorizia: +34% superfici grandi
strutture e +28% medie strutture maggiori; -19% medie strutture
minori e -14,6% vicinato. Anche se nel triennio 2015-2017
l'aumento delle superfici delle grandi strutture è stato più
contenuto.
I dati riportati nella relazione - nonostante la mancanza di
aggiornamento dei dati dell'ultimo triennio per il Comune di
Trieste, sottolineano Calligaris e Cosolini - evidenziano che il
ramo non alimentare tende a scendere molto meno nella realtà
urbana più significativa della regione e che la sofferenza si
concentra invece proprio nei territori caratterizzati da centri
più piccoli. Si ritiene vada quindi operato uno sforzo di
progettazione strategica che coinvolga tre soggetti: la Regione,
con gli strumenti incentivanti che si è visto stanno incontrando
il favore delle imprese; il sistema dei Comuni, perché molto
dipende dalla capacità di sburocratizzazione e di riduzione dei
costi indiretti; il sistema delle associazioni di categoria.
Se, da un lato, la liberalizzazione affida al mercato il successo
o l'insuccesso delle imprese, la preoccupazione della politica -
hanno chiosato i due relatori - dev'essere il mantenimento di un
equilibrio, sia sociale che ambientale e urbanistico.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it)
(segue)