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Lega: Bordin, mozione su confini sicuri e ingressi controllati

22.07.2019
10:34
(ACON) Trieste, 22 lug - COM/CMC - Sostenere le Forze dell'ordine impegnate sul territorio nazionale nel contrasto al fenomeno dell'immigrazione clandestina, al rispetto della legalità, a tutela della sicurezza e dell'ordine pubblico e continuare la collaborazione con il Governo nazionale affinché vengano assunte le misure più opportune ed efficaci per preservare i confini terrestri dall'ingresso in Italia di persone che vi giungono in violazione di legge.

Sono questi gli obiettivi della mozione, "Confini sicuri e ingressi controllati", depositata dal Gruppo consiliare della Lega, con il sostegno dei capigruppo di maggioranza Forza Italia, Progetto FVG/Ar e FdI, con riferimento all'episodio di cronaca della Sea Watch 3 con lo speronamento alla motovedetta della Guardia di Finanza.

"L'Italia - commenta il capogruppo della Lega, Mauro Bordin - è stata lasciata sola a governare il fenomeno migratorio e addirittura Paesi come la Francia, dopo aver negato l'attracco a Marsiglia, premiano il comandante Rackete. Nel caso della 'Sea Watch 3', è stata messa in pericolo l'incolumità degli agenti della Guardia di Finanza impegnati ad impedire l'approdo di una nave e lo sbarco sul territorio italiano dei migranti. Sono saliti a bordo perfino alcuni parlamentari italiani sostenendo la necessità che fosse autorizzato lo sbarco dei migranti che però non si trovavano in condizioni di pericolo di vita, essendo stato assicurato cibo, acqua e medicinali. Il comandante Rackete non ha invece esitato a compiere una manovra di attracco azzardata, al punto di speronare la motovedetta della Guardia di Finanza mettendo in pericolo l'equipaggio.

"La legge del mare - prosegue Bordin - è stata presa a pretesto per attivare soccorsi, ponendo i migranti su improbabili barchini o su gommoni del tutto inadatti ad affrontare la navigazione nel Mar Mediterraneo e organizzando operazioni di immediato e tempestivo soccorso in prossimità delle coste libiche, trasformando l'eccezionalità delle ipotesi di naufragio o di pericolo in mare in una prassi routinaria e in un fenomeno massivo. Molte sono state le vittime del mare e della criminalità che, sul territorio libico, organizzava ed organizza, previa lauta ricompensa, le partenze.

"Per evitare le morti in mare, l'unica via è quella di impedire le partenze dei migranti, sviluppando condizioni di sviluppo nei Paesi più poveri. Sosteniamo - continua il capogruppo della Lega - l'azione del Governo volta a disciplinare l'ingresso e quindi ridurre gli sbarchi contrastando l'azione delle ONG nel Mediterraneo. I 'decreti sicurezza' hanno significativamente diminuito, sia il numero degli sbarchi, sia il numero di morti in mare.

"E' dovere di ogni Stato preservare i propri confini da ingressi indiscriminati di persone e cose, a tutela del rispetto dell'ordine pubblico e della pubblica e civile convivenza. Il controllo dei fenomeni migratori - afferma Bordin - viene garantito attraverso il sistema delle quote d'ingresso come previsto dal 'decreto flussi'. Le ulteriori ipotesi di ingresso in Italia, secondo le norme che garantiscono la protezione internazionale, con il riconoscimento dello status di rifugiato o con la protezione secondaria, non possono che essere di stretta interpretazione e necessitano di essere vagliate, per evitare forme di abuso e di elusione delle norme che disciplinano i flussi regolari di ingresso.

"Solo una piccola parte di coloro che entrano in Italia - spiega l'esponente di maggioranza - invocando tutela e protezione, vede accolta la propria domanda e così riconosciuto il proprio status di rifugiato. Questa situazione ha comportato, negli anni, che molte persone prive dello status di rifugiato, con permessi scaduti o non rinnovati, e con l'obbligo dell'allontanamento dal territorio nazionale, siano comunque rimaste in Italia".

"Si sono generate - conclude Bordin - nuove forme di sfruttamento e di schiavitù e attività criminose, per lo più legate al traffico delle sostanze stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione, ma anche condizioni di pericolo per l'ordine e la sicurezza pubblica, legate al fenomeno della cosiddetta radicalizzazione".



Il consigliere regionale Mauro Bordin (Lega)