FI: Piccin e Nicoli, subito misure per contenere fauna selavatica
(ACON) Trieste, 24 lug - COM/CMC - "Basta rinvii: è tempo di
affrontare il problema dei danni all'agricoltura e degli
incidenti che vedono coinvolti animali selvatici".
Lo affermano i consiglieri Mara Piccin e Giuseppe Nicoli (FI),
osservando come l'invasione dei terreni agricoli da parte di
cinghiali e altri ungulati, nonché corvi, colombi e altri
volatili, non conosca tregua.
"Il problema, negli ultimi giorni, si è manifestato nell'Isontino
- osservano i consiglieri -, ma ogni settimana le cronache dei
quotidiani e le segnalazioni che riceviamo testimoniano di danni
in svariate zone della regione. Non mancano le situazioni in cui
cittadini si trovano di fronte a cinghiali di grandi dimensioni e
gli incidenti restano frequenti".
Per Nicoli e Piccin, sono "apprezzabili i recenti impegni assunti
dalla Giunta regionale per ricercare, con il coinvolgimento dei
cacciatori, tutte le soluzioni possibili a contenere il problema,
ma ciò non è sufficiente. Se la Regione già dispone di alcuni
strumenti per intervenire, li metta in campo nel più breve tempo
possibile - continuano -, ma nel frattempo portiamo anche avanti
la nostra proposta di legge nazionale: restiamo convinti che
l'unica soluzione decisiva sia quella di coinvolgere maggiormente
i cacciatori nella gestione della fauna selvatica, con una
modifica della legislazione nazionale in materia. Va inoltre
ricordato un aspetto: la Corte di cassazione, nei mesi scorsi,
con una sentenza ha escluso che l'attività di controllo della
fauna selvatica comporti per la Regione l'obbligo di recintare le
riserve dedicate all'introduzione o prolificazione di specifiche
specie, ed è invece in capo al privato, eventualmente, recintare
la sua proprietà per autoproteggersi".
I consiglieri ricordano che la proposta di legge nazionale
presentata dai forzisti "Norme in materia di prevenzione dei
danni causati dalla fauna selvatica", ancora in attesa di essere
discussa, intende apportare modifiche alla legge 157 del 1992
("Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per
il prelievo venatorio"), con l'obiettivo di far sì che le Regioni
gestiscano il controllo degli ungulati anche al di fuori dei
periodi e degli orari oggi vigenti, affidando l'attuazione dei
Piani di abbattimento ai cacciatori soci alle Riserve di caccia,
coordinati dalle guardie venatorie dipendenti dalle
amministrazioni pubbliche.
"Occorre accelerare l'iter regionale - rilanciano Piccin e Nicoli
- perché la nostra proposta possa giungere al più presto in
Parlamento, dove dovrà essere adeguatamente supportata".