II Comm: audizione ass. Zannier su controlli agli agriturismi
(ACON) Trieste, 30 lug - RCM - È un conflitto storico, quello
tra la ristorazione alberghiera rispetto agli agriturismi, con
una non secondaria differenza anche dal punto di vista fiscale.
Il mondo dell'agriturismo, che negli ultimi 10 anni ha registrato
il maggiore trend di crescita sia come posti letto sia come pasti
erogati, è un valore aggiunto per l'attrattività locale e va
sostenuto, ma i controlli sono necessari perché le leggi esistono
e vanno rispettate, altrimenti tanto varrebbe decidere di
abrogarle.
La pensa così Enzo Marsilio (Pd), che ha chiesto la convocazione
della II Commissione consiliare - presidente Alberto Budai (Lega)
- per un'audizione con l'assessore alle Risorse agroalimentari,
Stefano Zannier, per parlare appunto dell'attività di controllo
sulle imprese agrituristiche del Friuli Venezia Giulia da parte
della Regione.
Il sistema dei controlli a queste aziende non è semplice - ha
ricordato Zannier -, in quanto la loro esecuzione è attribuita
all'Ersa dalla legge regionale 8/2004, anche se in materia di
vigilanza era intervenuta ancora prima la Lr 25/1996. L'Ersa ha
l'obbligo di effettuare annualmente controlli su almeno il 20% di
tutte le aziende iscritte nell'apposito elenco. Ai Comuni
compete, invece, la vigilanza sul rispetto dei limiti e delle
modalità indicati nella Segnalazione certificata di inizio
attività (Scia) e sul permanere delle condizioni per l'esercizio
dell'attività agrituristica e sull'utilizzo dell'insegna,
materiale illustrativo, pubblicitario, etc.
Uno dei punti nodali dell'attività agrituristica è che deve
essere svolta in maniera complementare con l'attività di
coltivazione del fondo. Non da meno, le ore lavoro impiegate nel
lavoro agricolo devono essere superiori a quelle impiegate
nell'attività agrituristica di ristoro e/o alloggio.
Per la verifica, prima di recarsi in azienda è necessario un
attento esame documentale: verifica Scia o autorizzazione del
Comune iniziale, eventuali loro variazioni, subentri o cambio di
titolare e/o ragione sociale. Per la parte prettamente agricola
si consulta il Sistema informativo agricolo nazionale (Sian) - a
cui non è così semplice accedere, ha fatto presente Zannier -, da
cui si ricava il fascicolo aziendale dell'azienda con le
indicazioni delle superfici coltivate e della consistenza del
bestiame.
In azienda e in campo si verifica la corrispondenza fra quanto
dichiarato nel fascicolo aziendale e colture effettivamente
presenti (bestiame per le aziende zootecniche), elementi
necessari al calcolo delle ore agricole. Nell'agriturismo i
controlli continuano con la compilazione di una checklist
appositamente predisposta per la verifica dell'attività dello
stesso: alloggio e/o ristoro, esposizione targa, menù con i
prezzi e la provenienza dei prodotti, registro dei corrispettivi,
numero camere e/o appartamenti, posti a sedere per il ristoro,
rispetto delle giornate di apertura autorizzate, rispetto dei
posti letto e bagni accessibili per disabili.
I controlli successivi (calcoli sulla prevalenza delle ore lavoro
e sulla percentuale delle materie prime) sono svolti in ufficio.
Al termine si predispone un decreto, comunicando l'esito del
controllo a tutti i soggetti interessati (azienda, Comune o Uti,
Cciaa e direzione Agricoltura). In caso di mancato rispetto della
prevalenza, si invia copia per conoscenza alla direzione
provinciale dell'Agenzia delle Entrate e alla Guardia di Finanza.
Il Comune di pertinenza (o Uti) a seconda della gravità della
violazione riscontrata può disporre la sospensione dell'attività
agrituristica da un minimo di 10 a un massimo di 30 giorni, o
addirittura può decidere di far decadere l'esercizio. In caso di
controdeduzioni da parte dell'interessato, è richiesto all'Ersa
un parere tecnico definitivo prima di procedere con le sanzioni.
In questo caso si attua un supplemento istruttorio con verifiche
documentali ed eventuale sopralluogo in campo o in azienda.
L'assessore ha quindi fornito i dati sui controlli effettuati dal
2012 al 2018:
2012: 568 agriturismi, 96 controlli, 15 rilievi (11 per mancato
rispetto prevalenza agricola, 4 per superamento valori
percentuali di acquisto prodotti a uso preparazione alimentare);
2013: 591 agriturismi, 74 controlli, 17 rilievi (12 per mancato
rispetto prevalenza agricola, 5 per superamento valori
percentuali di acquisto prodotti a uso preparazione alimentare);
2014: 610 agriturismi, 69 controlli, 10 rilievi (mancato rispetto
utilizzo tempo/lavoro e valori percentuali di acquisto dei
prodotti a uso di prevalenza agricola);
2015: 643 agriturismi, 41 controlli, nessun rilievo;
2016: 656 agriturismi, 72 controlli, 3 rilievi (2 per mancata
prevalenza agricola, 1 non conformità senza sanzione),
2017: 657 agriturismi, 78 controlli, 6 rilievi (3 attività
sospese, 1 chiusa immediatamente e 2 senza sanzioni);
2018: 671 agriturismi, 83 controlli, 7 rilievi (1 attività chiusa
immediatamente, 1 sospesa e 4 senza sanzioni).
Dai dati - ha fatto presente l'assessore - emergono in
particolare due riflessioni: il rilievo maggiore ha riguardato il
mancato rispetto della prevalenza agricola; vi è una costanza
delle non conformità sul numero delle aziende controllate pari a
circa il 7%. Abbiamo introdotto un algoritmo che permette di
razionalizzare i campionamenti, evitando i doppi controlli alle
aziende che non hanno registrato problemi e al contempo tenere
sotto controllo le altre, secondo una metodologia utilizzata
dall'Unione europea per controllare chi usufruisce di aiuti
comunitari.
Chi deve fare il controllo del 20% delle attività agrituristiche
deve anche avere le capacità di farlo - ha aggiunto Marsilio -.
La prevalenza deve essere quella del reddito dato dall'attività
agricola rispetto al reddito dato dall'attività agrituristica.
Per Franco Mattiussi (FI) gli agriturismi sono un plus che la
Regione deve sostenere, però dovrebbe essere data loro la dignità
di impresa, oltre al fatto che andrebbero riconsiderate le
differenti regole a cui devono sottostare le strutture
alberghiere e i ristoranti rispetto agli agriturismi ad esempio
per quanto attiene la presenza di piscine o quanto alle figure
impiegate in cucina. Inoltre anche le sanzioni dovrebbero
competere all'ente terzo, non essere poste in capo ai Comuni.
La legge 96 del 2006 non può essere scavalcata - ha detto
l'assessore Zannier - ma possiamo verificare i nostri margini di
azione, in particolare per quanto attiene i controlli, dove
dovremmo migliorare la campionatura e cambiare il meccanismo
della certificazione, perché modificare solo la percentuale degli
interventi non è sufficiente. Non dobbiamo poi sottovalutare che
l'agriturismo possiede un particolare appeal verso l'utente, e il
turista in particolare, perché sebbene non sia sempre vero, lo si
percepisce come mondo tipico e tradizionale locale.
(foto; immagini alle tv)