Cr: iniziato dibattito su proposta referendum abrogativo (5)
(ACON) Trieste, 25 set - RCM - L'Aula ha iniziato il dibattito
generale sulla proposta di referendum abrogativo statale n. 1 di
iniziativa del Gruppo della Lega.
Il quesito referendario è diretto ad abrogare le disposizioni del
sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato
concernenti l'attribuzione dei seggi in collegi plurinominali con
metodo proporzionale. La normativa di risulta attribuisce tutti i
seggi per la Camera e per il Senato in collegi uninominali, in
ciascuno dei quali risulta eletto il candidato che abbia
conseguito il maggior numero di voti. Per farlo, si propone
l'abrogazione di alcune disposizioni contenute nel testo unico
per l'elezione della Camera n. 361 del 1957, nel testo unico per
l'elezione del Senato n. 533 del 1993, nella legge 51/2019 sulle
disposizioni per assicurare l'applicabilità delle leggi
elettorali indipendentemente dal numero dei parlamentari, nelle
disposizioni di delega contenute nell'articolo 3 della legge
165/2017 di modifica del sistema di elezione di deputati e
senatori.
La proposta n. 1 delibera anche che delegato effettivo e delegato
supplente a consegnare il testo, a Roma, nelle mani della Corte
di cassazione entro lunedì prossimo, 30 settembre, saranno
rispettivamente i consiglieri leghisti Mauro Bordin e Diego
Bernardis.
Il passaggio con l'urgenza in V Commissione consiliare - dove il
presidente Bernardis ha registrato il favore dei Gruppi di
centrodestra e le contrarietà delle opposizioni - ha stabilito
che relatore di maggioranza sarebbe stato il primo firmatario
della proposta, il capogruppo Bordin, mentre i relatori di
minoranza sarebbero stati Francesco Russo (Pd) e Mauro Capozzella
(M5S).
Vogliamo inserirci nel dibattito nazionale - ha spiegato Bordin -
facendo capire che c'è un'esigenza sentita di avere un sistema
elettorale che consenta di consegnare il governo del Paese in
maniera trasparente a una maggioranza solida e inequivocabile. Il
voto dell'elettore deve essere un voto che conta; quando esprime
la sua preferenza, deve essere certo che il suo voto non sarà
modificato da accordi e inciuci che nulla hanno a che fare con il
suo volere.
Di illegittimità costituzionale hanno, invece, parlato sia Russo
sia Capozzella, tanto da trasformare il proprio pensiero in
questioni pregiudiziali, però respinte dalla maggioranza
dell'Assemblea.
Per Russo, la proposta della Lega non presenta i requisiti di
chiarezza, univocità e omogeneità fondamentali per
l'ammissibilità dei referendum abrogativi concernenti leggi
elettorali come delineati dalla giurisprudenza della Corte
costituzionale. Non solo, perché non è neppure una sottrazione di
alcune norme, ma una surrettizia introduzione di una sorta di
referendum propositivo mediante l'abrogazione di semplici parole.
Non c'è stata trasparenza nell'ultima riunione dei capigruppo -
ha quindi chiosato - e avete forzato l'ordine del giorno odierno
dei lavori d'Aula.
Dello stesso parere Capozzella, che ha parlato di "chirurgia
normativa manipolativa" ed è poi andato oltre, indicando gli
articoli della Costituzione italiana che a suo dire sono violati
dalla proposta, ovvero il 75, il 76 e l'88. Un referendum,
dunque, per il Gruppo del M5S, che sarebbe indetto solo per una
mera valenza politica utile al capo della Lega, Salvini.
Prima del dibattito tra i consiglieri, il presidente Massimiliano
Fedriga ha avuto modo di ribadire che si tratta dell'abrogazione
di parti di norma, perciò non può essere una discussione sul
sistema elettorale ottimale. Non stiamo scrivendo una norma
elettorale - ha rimarcato -, ma riscrivendo una parte di norma.
L'augurio è che si vada verso un sistema che soddisfi da una
parte l'esigenza dei cittadini che devono poter conoscere quale
sarà la maggioranza che governerà il Paese e, dall'altra, di un
diritto di tribuna in capo all'opposizione.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)