Cr: 2°Giornata, parlano le associazioni dei corregionali all'estero(3)
(ACON) Trieste, 1 ott - RCM - A nome dell'Associazione Giuliani
nel mondo, il presidente Dario Locchi ha ricordato la seduta
straordinaria del Consiglio regionale voluta dall'allora
presidente Franco Iacop in cui si celebrarono per la prima volta
i nostri migranti. Poi ci furono gli "Stati generali dei
corregionali all'estero" nel 2015, con l'istituzione della
"Giornata dei corregionali all'estero", che in seguito è stata
inserita in una norma ad hoc e nel 2017 si è svolta la prima
"Giornata" in una affollatissima Villa Manin di Passariano.
Infine Locchi ha detto grazie all'amministrazione regionale per
il sostegno alle associazioni dei corregionali e aver rimpinguato
il Fondo ad esse destinato. "Ricordiamoci che c'è sempre una
regione fuori regione", ha chiosato.
Per l'Ente Friuli nel mondo, il presidente Adriano Luci ha
evidenziato come oggi si mettano sul piedistallo persone
eccezionali, che hanno sofferto e lavorato lontano dal Friuli
Venezia Giulia, anche in situazioni di grande disagio ma sempre
con umiltà. Il suo grazie è andato allora a chi ha voluto tener
duro mantenendo alta la bandiera della Regione. Una particolare
missione dell'associazione è aiutare i corregionali che vivono in
Venezuela, un aiuto che non arriva sempre totalmente a causa
delle enormi difficoltà che si incontrano nel Pese. Inoltre,
altro obiettivo è cercare di capire la nuova migrazione
attraverso progetti che abbiano un senso, che ricordino ciò che è
stato ma che puntino alle future generazioni.
Per l'Ente friulano assistenza sociale culturale emigranti
(Efasce), il presidente don Aniceto Cesarin ha detto
dell'entusiasmo dei giovani di oggi, di cui c'è molto bisogno. E
del fatto che i nostri migranti sono persone che a un certo punto
hanno dato, e con sacrificio. Inoltre sono persone impegnate
molto anche con il volontariato, nelle parrocchie e nelle
comunità. "E questo - ha evidenziato don Cesarin - significa
voler bene. Oggi facciamo tanta fatica a incontrarci, parlarci,
aiutarci e a volte perdonarci, e essere vicini a quelle persone
che hanno bisogno di noi. La testimonianza che ci danno i nostri
corregionali ci deve essere di aiuto per fare altrettanto".
Parlando per l'Ente regionale Acli per i problemi dei lavoratori
emigrati (Eraple), una emozionatissima Bruna Zuccolin ha
ringraziato la Regione perché se esiste questa giornata vuol dire
che ciò che le associazioni fanno è un operato importante. Sono
persone che portano avanti il sentimento di italianità in modo
molto forte, e così le doti che distinguono gli italiani e in
particolare la terra di origine, "e lo fanno spesso in modo più
forte di noi che siamo rimasti qui", ha detto la Zuccolin. Oggi
si premiano alcuni di questi corregionali, ma il premio in realtà
va a tutti, anche agli assenti. E molto importante è il passaggio
generazionale, per una continuità che non è facile da mantenere
ma va perseguita.
Il presidente dell'Associazione lavoratori emigrati del Friuli
Venezia Giulia, Giuseppe Petrei, ha ricordato che l'Alef vanta 50
anni di attività, anni durante i quali il mondo è cambiato molto
e le associazioni devono capire quali sono le nuove esigenze di
chi emigra all'estero. Il suo grazie personale, ma anche di tutti
gli associati nel mondo, è poi andato alla Regione per l'aiuto
che ricevono.
Per Clape Friûl dal Mont-Clape Friuli dal mondo ha parlato il
vicepresidente Paolo Paulin, da cui si è appreso come
l'associazione sia nata da poco, ma sia molto attiva per
sviluppare e mantenere vivo un rapporto di promozione sociale ed
economica e di amicizia con gli emigranti, non da ultimo
sostenendo il loro rimpatrio e reinserimento, anche lavorativo.
Un plauso alla Regione e a tutti coloro che sostengono gli
immigrati all'estero è infine stato espresso anche da Fabio
Ferroli per l'Unione emigranti sloveni, che è arrivata a 51 anni
di attività a testimonianza della validità del suo operato.
Dunque, da parte di Ferroli un grazie per l'interesse e l'operato
dimostrato per mantenere "questo cordone ombelicale con tutti i
corregionali sparsi nel mondo", ha detto. Sono uomini e donne che
hanno dovuto lasciare con sacrificio la terra natia. Un tempo
partivano con la valigia di cartone, oggi è un trolley, ma resta
vivo il desiderio di restare in contatto con la regione, un
sentimento da trasmettere alle generazioni fatto di folclore,
cultura e lingua.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)
(segue)