IV Comm: audizione ass. Bini su dragaggi a Monfalcone e in laguna
(ACON) Trieste, 3 ott - RCM - Tutto fermo causa non unanimi
interpretazioni normative che al momento bloccano i lavori di
manutenzione delle vie navigabili monfalconesi, perciò la Regione
attende un chiarimento da parte del ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti per capire come poter proseguire.
E' quanto si è appreso dall'audizione l'assessore Sergio Bini in
IV Commissione consiliare presieduta da Lorenzo Tosolini (Lega),
in merito all'escavo del canale di accesso al porto di Monfalcone
e più in generale sulla problematica degli escavi nella laguna di
Grado e Marano, richiesta dai consiglieri dem Diego Moretti,
Mariagrazia Santoro e Nicola Conficoni.
Il tema del canale di Monfalcone è ultradecennale - aveva
spiegato Moretti in apertura di seduta -, infatti il primo
finanziamento regionale di una certa entità risale al 1998.
Quest'anno c'è stata una delibera in cui si sono date delle
tempistiche abbastanza certe, che parlano di lavori a fine
settembre e inizio di ottobre 2019; è il caso di sapere se le si
stanno rispettando. Per la laguna, invece, la questione è sulle
competenze per una zona di acque interne soggetta a particolarità
ambientali, infatti ogni estate sussistono problemi di dragaggio,
e occorre capire se ci può essere un'attività più sistemica.
Da parte dell'assessore Bini, titolare della questione solo da un
mese in quanto prima trattata dal punto di vista ambientale e ora
invece per l'aspetto economico-turistico, la notizia relativa ai
lavori di approfondimento del canale di accesso e del bacino di
evoluzione del porto di Monfalcone per portare la quota dei
fondali a -12,5 metri (l'opera ha un quadro economico di 18
milioni di euro e un importo lavori di circa 14,3 milioni di euro
con il dragaggio di 937mila metri cubi di sedimenti) è che la
Regione ha individuato sei soggetti aventi diritto a continuare
la procedura di gara (indetta l'8 giugno scorso, con
presentazione delle domande per il 15 luglio) in attesa che dal
Governo, come detto, arrivino alcune delucidazioni in particolare
per quanto attiene l'istituto della consegna delle aree demaniali
marittime. Nel frattempo, sono in corso da marzo scorso - e
dureranno per tre anni - operazioni di monitoraggio faunistico
eseguite in cassa di colmata con cadenza mensile.
Per Marano Lagunare, invece - ha sottolineato Bini - il problema
è più complicato perché non c'è solo l'aspetto della gara
d'appalto ma anche quello della qualità del materiale. C'è una
influenza antropica sulla qualità dei sedimenti, dovuta alle
attività di gestione e manutenzione interne al porto, che
comporta dettami normativi, maggiori attenzioni, nonché costi di
dragaggio che aumentano anche di oltre 10 volte, passando da 7
euro al metro cubo sino a 120.
A oggi, la Regione condivide la richiesta avanzata dal Comune a
settembre scorso di effettuare un'analisi sull'intero assetto
delle vie navigabili della laguna, secondo un programma di
manutenzione volto al ripristino dei fondali in sicurezza con
interventi che limitino il fenomeno dell'insabbiamento. Al
momento, dopo aver eseguito una serie di rilievi, si sta
procedendo con una campagna di prove su tutto l'assetto
idroviario del porto di Marano per definire lo stato
chimico-tossicologico dei fondali ed è in corso un piano di
analisi pluriennale con Arpa FVG.
Saranno fatti accordi misti pubblico/privato per Lignano grazie
alla legge 16/2002 per gli interventi di interesse misto - ha
detto ancora Bini -, visto proprio l'interesse turistico che
esiste per l'approdo e l'utilizzo delle darsene. Mentre per Grado
siamo effettivamente in ritardo sui lavori per abbassare i
fondali, soprattutto dopo alcune criticità emerse a Porto Buso.
Da parte dei consiglieri è quindi giunta una richiesta unanime
all'assessore: farsi carico, anche con il presidente Fedriga, di
sostenere a livello ministeriale e di Commissione paritetica
Stato/Regione le necessità di una manutenzione continua delle vie
d'acqua lagunari regionali, per un territorio che chiede da 20
anni opere che vengono bloccate.
Più nello specifico, la Santoro (Pd) ha chiesto se anche il Piano
morfologico della laguna si presenta con delle difficoltà nella
sua attuazione e quali interlocuzioni siano intercorse tra la
Regione e lo Stato nell'ultimo anno e mezzo; Nicoli (FI) ha
chiesto del canale Est-Ovest di accesso a Monfalcone ricordando
che rappresenta una fonte di lavoro per 1.700 persone; Sergo
(M5S) ha domandato delle attività per il fiune Corno e per Porto
Buso.
(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)