Progetto FVG/Ar: incontro pubblico su riforma enti locali
(ACON) Trieste, 5 ott - COM/MPB - Una riforma condivisa che
possa raccogliere spunti anche dalle opposizioni e che dia
risposte alle necessità di gestione più volte manifestate dai
Comuni. Una vera rivoluzione del sistema enti locali da
affrontare con coraggio e non una semplice azione di "maquillage"
che rischia di essere un boomerang. Queste le intenzioni di
Progetto FVG per una Regione Speciale/Ar nell'affrontare
l'imminente discussione della bozza di riforma degli enti locali
che la Giunta regionale ha predisposto e consegnato un paio di
giorni fa ai consiglieri.
Se n'è parlato venerdì sera a Remanzacco nell'ambito di un
partecipato incontro che ha visto l'assessore regionale Pierpaolo
Roberti presente solo per pochi minuti prima dell'avvio dei
lavori e diretto a Trieste per i fatti di sangue accaduti nelle
ore precedenti con l'uccisione di due poliziotti, una circostanza
che ha visto il pubblico presente all'Auditorium raccolto per un
minuto di silenzio dedicato ai due Agenti.
"Enti locali e sanità sono le due riforme strategiche e complesse
su cui ci si gioca una legislatura e il nostro Gruppo ha chiesto
che non siano delle prove di forza della maggioranza, perché
l'esperienza ci insegna che una riforma per funzionare deve
essere condivisa e in tal senso abbiamo avuto rassicurazioni
dall'assessore".
Così in avvio di serata il presidente del gruppo consiliare,
Mauro Di Bert, che ha definito l'incontro di venerdì, vista la
numerosa e qualificata platea di amministratori locali, (fra loro
anche l'ex presidente della Regione, Alessandra Guerra),
un'occasione per raccogliere tutta una serie di istanze utili
alla discussione della bozza di legge illustrata nei suoi
contenuti, partendo dall'istituzione delle "comunità" su base
assolutamente volontaria e di continuità territoriale, senza
imporre competenze ma con i Comuni liberi di decidere quali
funzioni associare. Un sistema che secondo Progetto FVG/Ar per
funzionare ha bisogno però di istituti premianti, che al momento
la bozza non prevede.
"E' una scommessa delicata e complessa - ha concluso Di Bert -
per questo è importante ascoltare i suggerimenti del territorio,
per creare una normativa snella che attribuisca reale autonomia
ai sindaci e rimetta al centro i consigli comunali. Senza una
sana autonomia non si va da nessuna parte".
"Un passo indietro rispetto all'attuale assetto che ha visto uno
svuotamento delle competenze degli enti locali e un accentramento
in capo alla Regione: secondo il consigliere Emanuele Zanon
semplificare diventa la parola d'ordine, decentrando e
sburocratizzando le funzioni e prevedendo degli incentivi per le
aggregazioni".
"Da ex amministratore comunale anti Uti il consigliere Edy
Morandini ha rimarcato la volontà dei Comuni a collaborare ma con
gli strumenti giusti, e il metodo della convenzione con un
istituto premiante può essere la risposta".
Riferendosi alle previsioni di riforma per le zone montane il
consigliere Giuseppe Sibau ha valutato positivamente la proposta
della comunità di vallata ricordando la necessità di interventi
mirati in particolare sulle aree più spopolate e degradate.
"Come gruppo stiamo elaborando un disegno di legge sulla montagna
- ha anticipato Sibau - attendiamo di capire cosa cambierà con la
riforma degli enti locali e poi presenteremo la nostra proposta
alla Giunta".
Nella sua analisi della bozza di riforma il coordinatore
regionale di Progetto FVG, Ferruccio Saro, ha criticato l'ipotesi
di istituire degli enti ai quali affidare la gestione
dell'edilizia scolastica che in questa fase di transizione, in
attesa della creazione dell'ente intermedio di area vasta, può
essere affidata a delle strutture preparate come le Ater.
Restando sull'ente di secondo grado secondo Saro dovrà avere
tutte quelle funzioni amministrative che oggi sono gestire in
maniera inadeguata dalla Regione, organo che in futuro dovrà
occuparsi solo di programmazione e governo del territorio.
Importante per il coordinatore regionale arrivare al più presto a
trovare le giuste soluzioni - in accordo con i sindacati - per
trasferire il personale nei Comuni perché il comparto unico è
stato istituito per trasferire funzioni e persone e non è
pensabile procedere con nuove assunzioni. "Le riforme si fanno se
portano a un miglioramento altrimenti sono un boomerang - ha
concluso - e più che di riforma in questo momento è giusto
parlare di efficientamento dell'ente pubblico, la gente si
aspetta che le cose migliorino".