Pd: Bolzonello, libertà promessa ai sindaci è boccone avvelenato
(ACON) Trieste, 17 ott - COM/RCM - "La riforma degli enti
locali ha fondamentalmente uno scopo: permettere al centrodestra
di dire ai sindaci che sono finalmente liberi, che la legge 26 è
finalmente demolita. Liberi dalle Uti, liberi di esseri soli,
senza una visione e programmazione di area vasta, senza risorse e
senza personale. Quella che viene presentata oggi è una legge
senza alcun elemento innovatore, ai Comuni resta solo un boccone
avvelenato e la loro solitudine".
È il messaggio che il capogruppo del Pd, Sergio Bolzonello, ha
rivolto agli oltre 200 amministratori che hanno preso parte
all'incontro dei Gruppi consiliari regionali di Pd, Cittadini e
Open-Sinistra FVG a Udine, per un confronto sulla riforma degli
enti locali annunciata dalla Giunta regionale.
"Dalle barricate dei sindaci 'ribelli', ora ci ritroviamo con un
pallido restyling di leggi già esistenti. L'elemento più
rilevante, inoltre, non è nemmeno presente in questa legge, ossia
la riedizione delle vecchie Provincie", continua Bolzonello.
"La nostra visione è quella che le funzioni di area vasta e di
pianificazione sovra-comunale spettino ai Comuni in forma
associata, o comunque attraverso strumenti aggregativi. Il
centrodestra invece non vuole che siano i Comuni ad avere questo
ruolo, ma pensa al futuro ritorno delle Province per svolgere
queste funzioni. È una differenza sostanziale questa, ribadita
anche all'incontro dell'altra sera da diversi sindaci. Eliminare
le concertazioni di area vasta con la Regione, costringendo i
sindaci ad arrivare da ogni singolo assessore con il cappello in
mano, significa porre un forte freno allo sviluppo coordinato del
territorio e annullare ogni possibilità di creare una visione
comune.
"Gli amministratori locali - conclude Bolzonello - ci hanno detto
chiaramente che il sistema non regge nuovi scossoni, che non si
fanno riforme a costo zero sulla pelle dei sindaci e che prima va
risolto il problema del personale. La Giunta non si è accorta che
la Regione continua a crescere come numero di dipendenti mentre i
Comuni, soprattutto quelli più piccoli, continuano a perdere
importati professionalità, fino a ridursi in situazioni al limite
del blocco delle funzioni e dell'erogazioni dei servizi per i
cittadini".