FI: Piccin, contrarietà a doppia preferenza di genere per elezioni Cr
(ACON) Trieste, 18 ott - COM/CMC - "La mia posizione non è
cambiata dalla scorsa legislatura: resto contraria
all'introduzione della doppia preferenza di genere per l'elezione
del Consiglio regionale. La proposta di legge del Pd è frutto di
speculazioni propagandistiche di chi cerca di erigersi a paladino
del diritto di elettorato passivo delle donne".
Lo afferma la consigliera regionale Mara Piccin (Forza Italia)
circa la discussione in Aula, prevista martedì 22 ottobre, della
pdl n.10, "Modifica all'articolo 25 della legge regionale 18
giugno 2007, n. 17".
"La cultura della famiglia affida un ruolo essenziale alla donna
e le pari opportunità devono essere tutelate, ma ritengo che la
doppia preferenza di genere in ambito elettivo danneggi le donne
- aggiunge Piccin -. Nella scorsa legislatura mi sono battuta
perché non fosse estesa anche al Consiglio regionale e ancora
ritengo corretta quella scelta.
"Sostenere che è l'unica via per far prendere voti alle donne è
offensivo nei confronti della componente femminile in politica.
Basti pensare che - prosegue Piccin -, a livello comunale accade
spesso che una coalizione di donne non esperte nella raccolta del
consenso, coalizzate intorno a un elemento maschile, possano
portargli preferenze, ma non essere elette. L'aumento della
presenza femminile in Consiglio regionale potrà essere garantita
solo con una maggiore considerazione delle donne da parte della
politica e quindi dai partiti".
"Ricordo ancora una volta - puntualizza la consigliera - che il
record di preferenze in Regione spetta a una donna, Alessandra
Guerra, che nel 1998 ne prese 12.948. La Giunta regionale, nella
scorsa legislatura, quando emersero risultati femminili di tutto
rispetto in termini di preferenze, era presieduta da una donna. È
vero, in questa legislatura non siamo molte, ma tutte elette con
risultati di tutto rispetto, conquistati grazie alle nostre
forze. Personalmente, sono alla terza legislatura. Non vedo
alcuna necessità di 'aiutini' che tutto garantiscono fuorché la
dignità".