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Cr: pdl introduzione doppia preferenza di genere, relatore Russo (6)

22.10.2019
16:01
(ACON) Trieste, 22 ott - CMC - Una legge, quella sull'introduzione della doppia preferenza di genere che non ha primogeniture: "Il voto odierno non è e non può essere un voto di schieramento, su temi come questi dobbiamo provare a trovare un punto di unità, così come anche in questi giorni ci hanno chiesto i cittadini".

Ad affermarlo è il consigliere regionale Francesco Russo (Pd) primo firmatario della pdl n. 10 che, modificando l'art. 25 della legge regionale 17/2007, ha l'obiettivo di riequilibrare la rappresentanza di genere, con l'obiettivo di raggiungere una presenza femminile paritaria nei partiti e nelle istituzioni.

Russo, nella sua relazione all'Aula, ha ricordato che il Friuli Venezia Giulia, regione dove la popolazione femminile è il 51,4% del totale, ha espresso solo sei consigliere su 49, ovvero il 12,2%. A livello nazionale il nostro Paese resta fanalino di coda tra i maggiori Paesi avanzati: il più recente 'Global Gender Gap Report' del World Economic Forum pone l'Italia al 70esimo posto su 149 Paesi, preceduta da Honduras e Montenegro e a sua volta precedendo Tanzania e Capo Verde.

Legiferare su questi temi per il consigliere Russo è un dovere anche riferendosi alla Costituzione che affida alla Repubblica il dovere di "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale" che "impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione".

Questa non è una legge che prevede quote rose - ha aggiunto -, ma un provvedimento che offre semplicemente l'opportunità e non l'obbligo di votare anche un secondo candidato (chi vorrà continuare a votarne uno solo potrà continuare a farlo), purché di sesso diverso, così come già oggi previsto in molte elezioni, dai comuni al Parlamento Europeo.

È un modo di segnalare all'elettore - ha spiegato - una possibilità ulteriore, offrendo più visibilità a chi è oggi oggettivamente svantaggiata dalle dinamiche di selezione interne ai partiti.

Russo ha quindi ribadito che non si tratta di una legge di parte, perché nasce dal lavoro delle Commissioni Pari Opportunità regionali e comunali nel corso degli anni e con il sostegno unanime anche delle attuali, che pure sono espressioni della maggioranza di centrodestra. Non è una legge di parte anche perché arriva in Aula con l'invito della società civile di questa regione, donne e uomini ma anche organizzazioni datoriali, sindacali, sportive.

In altre regioni italiane - ha quindi ricordato - questa stessa norma è stata votata anche dagli esponenti di Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia: all'unanimità in Emilia Romagna nel luglio 2014 e in Lazio nell'ottobre 2017, con il 98% in Sardegna nel novembre 2017, con larghissima maggioranza in Lombardia nel dicembre del 2017 e pochi giorni fa, infine, nelle Marche.

Quanto alla possibilità di ritirare la norma in attesa di una nuova legge elettorale, richiesta avanzata dal presidente Fedriga che ha assicurato il termine del 30 giugno 2020, Russo ha affermato che si possono tenere distinti i due percorsi: si può affermare oggi un principio che faccia aumentare la possibilità per le donne di entrare nella massima Assemblea partecipativa della nostra Regione e di esercitare in quella sede un ruolo sempre più incisivo e determinante, pronti poi a confermare questo principio, se e quando ci sarà una maggioranza per votarla in questo Consiglio, in una prossima legge elettorale.

(foto su www.consiglio.regione.fvg.it; immagini alle tv)

(segue)



Il consigliere regionale Francesco Russo (Pd)